Indagine di Protolabs sull’aerospaziale: forte sfiducia, ma aumentano i droni commerciali
Protolabs è l’azienda produttrice più rapida al mondo di prototipi customizzati e pezzi di serie in volumi ridotti realizzati mediante tecnologie digitali. Recentemente l’azienda ha pubblicato un rapporto sul settore aerospaziale europeo condotto in piena crisi COVID-19, dal 19 febbraio al 20 marzo 2020. Sui 325 operatori del settore intervistati, di cui 96 in Italia, un quinto delle imprese per cui lavorano fatturano più di un miliardo di dollari. Tra le aziende considerate ci sono organizzazione governative, produttori di satelliti che operano nel cosiddetto high space, aziende produttrici di aerei, elicotteri e componenti e aziende che producono droni commerciali o che hanno investito nella mobilità aerea urbana.
Grazie a questa situazione di crisi, i test di robot e droni si sono decisamente accelerati dato che il settore pubblico e quello privato cercano modi sicuri per fornire servizi e contenere la diffusione del virus. In ogni caso, dai risultati sembra che la pandemia causata dal coronavirus stia minando la fiducia anche nel settore aerospaziale. Infatti, la sfiducia è raddoppiata in quasi due settimane, ma è anche vero che il 62% degli intervistati ritiene che la propria organizzazione sia ben posizionata ad affrontare il futuro grazie all’utilizzo di tecnologie dirompenti. Tra queste tecnologie innovative molti sostengono che la propulsione elettrica e i droni commerciali siano le tecnologie che cresceranno. Mentre, per i satelliti la percentuale si abbassa al 66%, restando comunque tra le tecnologie che la maggioranza vede come le più promettenti, anche grazie all’avvento del 5G.
Sicuramente nel futuro prossimo, saranno sempre più frequenti consegne e controlli attraverso droni. Il 53% degli intervistati, infatti, sostiene che i droni commerciali diventeranno di uso comune entro 3 anni. Massimo Bandecchi, Special Advisor di Space Systems Engineering dell’ESA, l’Agenzia Spaziale Europea commenta così: “Siamo all’inizio di una transizione per l’industria aerospaziale europea dove le tecnologie dirompenti avranno un forte impatto sul settore. Passare da un sistema costoso e centralizzato su pochi player ad un sistema capillare di piccole dimensioni, cosparso di aziende capaci di fornire maggiori prestazioni a un prezzo inferiore. I costi, i rischi e l’approccio generale allo sviluppo di nuove soluzioni stanno cambiando a favore delle aziende più piccole che possono scendere in campo”.