Coronavirus e il boom delle piattaforme digitali
Ce n’è per tutti i gusti, basta scegliere la piattaforma giusta
Nell’epoca del distanziamento sociale causato dal Covid-19, è tutto un proliferare di piattaforme digitali, oggi unico mezzo utile a sostituire meeting di lavoro, eventi, corsi di formazione e, persino, aperitivi con gli amici. Ormai siamo perennemente in videocall e ce n’è davvero per tutti i gusti, da quelle dedicate ai più giovani, con un approccio smart e divertente, a quelle più high standing dirette soprattutto al mondo business.
Se fino a qualche settimana fa erano prerogativa delle aziende più grandi e utilizzate soprattutto nell’ambito della comunicazione interna, oggi l’offerta di questi strumenti è ricchissima, anche grazie alla nascita di piattaforme create ad hoc per approfittare dell’enorme richiesta creatasi: mostre d’arte, sfilate di moda, congressi medici, convention aziendali, presentazioni di libri, rassegne cinematografiche, premiazioni.
Ma come si stanno comportando le imprese italiane on line? “Per molte imprese traslare il fisico in digitale ha significato semplicemente attivare un abbonamento a una delle piattaforme oggi offerte sul mercato, senza preoccuparsi di ripensare i propri eventi e attività nel linguaggio digitale”, sostiene Gaetano Grasso, AD di Beryllium, che a febbraio ha avviato una collaborazione con un’azienda statunitense per offrire alle imprese italiane la piattaforma utilizzata già dai più grandi player tecnologici del mondo per i loro eventi e congressi.
Covid-19 e il boom delle piattaforme digitali ai tempi del coronavirus
“Le piattaforme – continua Grasso – di per sé sono uno ‘strumento’, se non si ha una buona idea, un format efficace e un’attenzione alle dinamiche digitali non c’è piattaforma che tenga. Basti pensare che ancora oggi, in cui ognuno di noi è incollato allo schermo di un laptop per giornate intere, il web è pieno di eventi, webinar, presentazioni che durano ore ed ore”. Dopo lo shock digitale causato dal Covid-19, che ha costretto le imprese italiane a ripensare il proprio business model, la domanda è se, quando la situazione andrà normalizzandosi, ci sarà un ritorno massiccio al fisico o se si sarà sviluppata una cultura digitale in molti settori, come ad esempio quello degli eventi.
“Gli eventi fisici si faranno di nuovo, ma in un periodo medio lungo” – sostiene Camilla Morabito, Presidente di Beryllium e nota imprenditrice della comunicazione – “in ogni caso in futuro le formule saranno sempre più ibride tra virtuale e fisico. Chi ha saputo interpretare meglio questo cambiamento avrà una posizione di vantaggio nei prossimi anni”.
In un mercato così affollato e tuttavia incerto visto che rischia di essere indissolubilmente legato a doppio mandato all’evolversi dell’emergenza sanitaria, ha senso investire? “Sì, se fatto in maniera strategica. Noi come Beryllium abbiamo fatto una scelta precisa, non ci siamo inventati un mestiere non nostro, ma abbiamo scelto di creare un legame con un partner di livello mondiale” – conclude Gaetano Grasso – “noi ci mettiamo strategia e know how comunicativo, loro una piattaforma rodata da anni di utilizzo e top di gamma in termini di user experience, velocità e affidabilità”.