A che punto è la Smart Nation Italia? L’analisi di BorsadelCredito.it
La Smart Nation Italia procede, anche se a passo lento. E diventa green
La Smart Nation è pronta a spiccare il volo. Con la Legge di Bilancio 2020 sono state annunciate emissioni di green bond e stanziati 33 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2020 al 2023 e di 66 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2024 al 2028, per assicurare la partecipazione italiana dal 2020 al 2028 alla ricostituzione del Green Climate Fund. Nella stessa normativa, si parla anche di Smart City, nel contesto del “Programma innovativo nazionale per la qualità dell’abitare” che vuole valorizzare il patrimonio immobiliare italiano senza nuovo consumo di suolo e secondo il “modello urbano della città intelligente, inclusiva e sostenibile”, la Smart City appunto.
Ancora, la Legge di Bilancio ridefinisce gli incentivi fiscali creati per la prima volta nel 2017 con Industria 4.0 e destinati alla spesa privata in ricerca e sviluppo e in innovazione tecnologica – anche nell’ambito dell’economia circolare e della sostenibilità ambientale – e all’accrescimento delle competenze nelle materie connesse alle tecnologie che favoriranno il processo di transizione tecnologica e digitale.
Secondo BorsadelCredito.it, l’azione più interessante in vista della realizzazione della Smart Nation è quella condotta dalla ministro per l’Innovazione, Paola Pisano, con il varo del Piano 2025. Il piano presenta delle enormi potenzialità e ruota introno a tre “sfide”. La prima è la creazione di una società digitale, con tre obiettivi da perseguire: l’accesso online ai servizi della Pubblica Amministrazione da parte di cittadini e imprese; la digitalizzazione del settore privato trainata da quello pubblico; la valorizzazione del patrimonio informativo pubblico e l’incentivo all’utilizzo e alla condivisione dei dati da parte delle amministrazioni e dei privati.
Il secondo macro tema è il made in Italy: una Smart Nation deve essere in grado di produrre tecnologia e innovazione e usarla per rafforzare i settori produttivi in cui eccelle: perché questo succeda è necessario promuovere cambiamenti strutturali che agevolino e accelerino l’innovazione nell’ecosistema, aumentando il potenziale innovativo delle città e dei territori a partire da una dotazione di infrastrutture tecnologiche capillari e affidabili.
L’ultima azione chiave proposta da Pisano è di rendere lo sviluppo inclusivo e sostenibile: nessuno deve essere lasciato indietro. Così la Repubblica Digitale si occuperà di dare vita a “un hub di formazione” contro il digital divide, mentre un AI Ethical LAB-EL fisserà le linee guida per un uso etico dell’intelligenza artificiale. Il tema del digital divide è particolarmente rilevante, come ammoniva l’Europa nell’ultimo Digital Economy and Society Index.
Che la digitalizzazione sia in cima all’agenda lo dimostra anche il fatto che da inizio anno è operativo il primo dipartimento per la trasformazione digitale che dipende direttamente da Palazzo Chigi. Infine, il 5 agosto 2019 è nato ufficialmente il Fondo Nazionale Innovazione con un dotazione iniziale di 1 miliardo di euro dovrà investire in startup e PMI innovative primariamente attraverso il Venture Capital. Obiettivo: digitalizzazione.