Casa smart, acquisti veloci ed efficienza nelle consegne
Gli assistenti virtuali sono sempre più diffusi, ci affidiamo a loro con sempre più richieste, soprattutto in casa. Già nel 2016 il 20% delle ricerche fatte su Google erano ricerche vocali, ma secondo comScore nel 2020 la percentuale salirà al 50%. Se “rivolgersi a un telefono” in mezzo alla gente ci fa sentire strani, a disagio e anche un po’ maleducati, farlo nelle proprie quattro mura è lecito e anche divertente. E infatti al CES di Las Vegas 2019 il trend principale è stato l’intelligenza artificiale applicata a dispositivi e tecnologie casalinghe.
I dati lo confermano. Secondo un sondaggio di PwC, il 72% delle persone intervistate ha usato gli assistenti virtuali e solo il 10% di essi non ne ha mai sentito parlare. Le persone che fanno un uso più consistente dell’assistente vocale hanno tra i 25 e i 49 anni.
Persino per i viaggi si comincia ad affidarsi agli assistenti virtuali. Nell’Aeroporto di Napoli, ad esempio, la startup Zoro.ai, nata nel 2016 all’interno dell’incubatore Supernova Hub e acquistata dopo due anni dal gruppo di Information Technology Citel Group, ha sviluppato un chatbot che risponde alle domande di tutti i passeggeri nazionali e internazionali, dando informazioni sui voli, su come raggiungere il gate, sui controlli di sicurezza, sui servizi utili presenti dentro e fuori l’aeroporto.
Stando allo studio How Popular is Voice Search? di HigherVisibility, dal 2017 al 2018 sono aumentate le ricerche vocali quotidiane. Le motivazioni principali che spingono a usare questa tecnologia sono facilità, velocità e impossibilità a digitare. Il dato più interessante è che il 50% degli intervistati ha già effettuato un acquisto utilizzando il proprio assistente vocale e altri pensano di farlo in futuro. Per ora, la maggior parte degli acquisti riguardano cose che non devono necessariamente essere viste di persona, ma il trend fa pensare che presto verranno effettuati anche acquisti più complessi.
Secondo le analisi e l’esperienza di Supernova Hub, l’incubatore legato a ITLM, il Gruppo che controlla Italmondo, da 65 anni tra i leader del settore dei servizi logistici italiani ed internazionali, l’intelligenza artificiale sarà il futuro del retail. Non solo per i consumatori, ma anche per i player del settore. Le aziende di logistica dovranno concentrarsi sul “fitness digitale”, come dice PwC, per poter soddisfare le aspettative degli acquirenti. Ciò significa: efficienza dei costi, produttività degli asset e innovazione. I clienti di oggi vogliono servizi veloci, flessibili e affidabili.
La strada, però, è ancora lunga. Il motivo principale per cui non compriamo ancora su larga scala attraverso Alexa o Google Home è la mancanza di fiducia. Finché si tratta di informazioni, riteniamo gli assistenti virtuali affidabili e accurati, ma se ci sono di mezzo i soldi cambia tutto.
Gli utenti si stanno ancora abituando a questa modalità, mentre le aziende di logistica più innovative si stanno muovendo per integrare questa tecnologia. Grazie all’integrazione vocale, per esempio, un responsabile delle spedizioni o delle vendite potrà verificare la posizione o lo stato di qualsiasi consegna, veicolo o agente in transito. Ne è un esempio la startup americana AVRL che integra nelle tradizionali piattaforme industriali di IT funzionalità conversazionali.