Il 66% degli utenti di LinkedIn sostiene l’introduzione dell’Intelligenza Artificiale nelle scuole superiori
Alla scoperta dei risultati della survey di OPIT: è possibile anticipare l’approccio ai tempi dell’AI?
L’Intelligenza Artificiale (IA) è ormai una competenza cruciale nel mercato del lavoro, e il 66% degli utenti LinkedIn ritiene fondamentale che venga introdotta come materia di studio nelle scuole superiori. È quanto emerge da una recente survey condotta dall’OPIT (Open Institute of Technology), un’istituzione accademica europea guidata dal Professor Francesco Profumo, in collaborazione con il fondatore e direttore Riccardo Ocleppo.
Perché l’intelligenza artificiale nelle scuole superiori?
L’IA sta rapidamente trasformando le dinamiche lavorative, con un impatto su molte professioni e settori. Dalla survey emerge come il 72% degli utenti di LinkedIn abbia notato un incremento delle richieste di competenze in Intelligenza Artificiale negli annunci di lavoro, e il 48% segnala che l’IA è ormai considerata un requisito essenziale nelle aziende. Di fronte a questa tendenza, la proposta di introdurre l’IA nei programmi scolastici diventa una risposta concreta alla crescente domanda di competenze digitali avanzate.
Come viene utilizzata l’Intelligenza Artificiale dai professionisti
La ricerca di OPIT ha anche messo in luce le modalità con cui i professionisti utilizzano l’Intelligenza Artificiale:
- Scrittura di testi (38% degli intervistati),
- Analisi e ricerche specifiche (38%),
- Traduzioni (23%).
Questi dati dimostrano come l’IA stia entrando nelle pratiche quotidiane dei professionisti, rendendo evidente l’importanza di un’educazione precoce in questo campo.
Le dichiarazioni di OPIT: preparare i giovani al futuro
Riccardo Ocleppo, fondatore e direttore di OPIT, commenta: “La crescente consapevolezza dell’importanza dell’Intelligenza Artificiale nei luoghi di lavoro suggerisce che i professionisti stanno integrando attivamente queste competenze nelle loro pratiche quotidiane. Questo cambiamento offre opportunità per innovare e migliorare lo sviluppo professionale”. E aggiunge: “È auspicabile che l’insegnamento dell’Intelligenza Artificiale inizi già durante gli studi superiori, affinché gli studenti possano affrontare il futuro con una preparazione adeguata su questa materia sempre più strategica e arrivare all’istruzione universitaria con una buona base che non derivi solo dal sentito dire o dall’utilizzo ludico di questa nuova tecnologia”.
L’offerta formativa di OPIT: un focus sull’Intelligenza Artificiale
L’OPIT, già accreditata nell’UE, è una delle realtà accademiche che ha integrato l’Intelligenza Artificiale in modo significativo nei propri programmi didattici. Oltre ai corsi di laurea già attivi – una triennale in Modern Computer Science e una specialistica in Applied Data Science & AI – sono stati lanciati nel 2024 quattro nuovi corsi, tra cui una triennale in Digital Business e specialistiche in Enterprise Cybersecurity, Digital Business & Innovation e Responsible Artificial Intelligence. Questa offerta formativa è stata ampliata per rispondere alla crescente richiesta di competenze digitali nel mercato del lavoro e attualmente OPIT conta oltre 300 studenti da 78 Paesi diversi, con una percentuale significativa proveniente da Italia ed Europa.
Una visione per il futuro
Con l’IA che avanza rapidamente, OPIT adotta un approccio mirato per offrire una formazione avanzata: “Per un corpo docente di livello universitario, mantenere un aggiornamento costante sulle evoluzioni dell’IA non è soltanto una responsabilità, ma una necessità”, osserva Ocleppo. “Essere al passo con le nuove scoperte e le applicazioni emergenti dell’Intelligenza Artificiale consente ai docenti di offrire una formazione all’avanguardia, capace di preparare gli studenti alle sfide del futuro. Questa connessione tra insegnamento e innovazione è cruciale, poiché le tecnologie avanzano a un ritmo tale da rendere rapidamente obsoleti gli approcci tradizionali. Pertanto, il trasferimento immediato di queste competenze emergenti agli studenti non è solo utile, ma vitale”.