Smily Academy, il ponte Italia-India che valorizza biodiversità e attenzione al clima
C’è tempo fino al 2 dicembre per iscriversi all’esperienza di progettazione, con l’obiettivo di fare impresa con modelli di sviluppo rigenerativo: la Smily Experience
L’asse Italia-India non è mai stato così green e gran parte del merito lo dobbiamo a Smily Academy India, l’acceleratore di impatto dedicato alla promozione di modelli di sviluppo rigenerativo, a partire da una nuova coscienza umana e dalla creazione di imprese giovanili a forte vocazione tecnologica per la biodiversità. Non è un caso dunque il nome del progetto, dove Smily rappresenta un acronimo che significa:Sustainable Mindset and Inner Level for Youth. Al centro dell’iniziativa c’è l’intento esplicitato dalle parole del direttore Rituraj Phukan: “Stiamo creando ponti di pace, unendo oriente e occidente, giovani e indigeni, imprese e attivismo, biodiversità e tecnologia”, commenta.
Smily Academy India lancia la call per partecipare all’experience
Nel binomio clima-indigeni che costituisce il pilastro di quest’avventura, l’Italia è protagonista poiché è stata scelta come primo paese partner per la prossima esperienza di apprendimento in India, la Smily Experience appunto. Tutto ciò si svolgerà dal 20 al 26 Marzo 2024 nello stato indiano di Assam, con le sue oltre 100 specie di piante medicinali e la sua biodiversità, con Kaziranga, uno dei parchi naturali più biodiversi al mondo e con la città di Jorhat, dove vive The Forest Man of India, ossia Jadav Molai Payeng, l’uomo che in 40 anni ha piantato una giungla grande quanto 13 campi di calcio.
Per una settimana 40 giovani sotto i 30 anni provenienti da tutto il mondo, lavoreranno su project works che Smily trasformerà in impresa con l’obiettivo di risolvere le sfide fornite dagli indigeni, ovvero quella piccola popolazione mondiale (5%) che detiene e protegge l’85% della biodiversità. Alcuni esempi? Inondazioni, siccità e women empowerment. Le iscrizioni sono già aperte e c’è tempo fino al 2 dicembre prossimo. I volti dell’esperienza sono gli ambassador nominati per l’occasione:
- Andrea Grieco: Head of Impact di AWorld e divulgatore per Clima e Diritti Umani sui social, attivo sul tema dei flussi migratori e dei diritti, esperto di geopolitica e lobbying;
- Federica Vinci: Civic Leader della Obama Foundation e Leader Europa 2020, Vice Sindaco del Comune di Isernia e co-fondatrice di Shuhari, programma di leadership di 15 settimane con sessioni online da Harvard, Georgetown & MIT;
- Nick Difino: istrionico riferimento della food innovation in Italia, autore televisivo e del docufilm Alla salute, artista, creativo e innovatore;
- Potito Ruggiero: attivista ambientale 16enne, autore del libro Vi teniamo d’occhio insieme a Federico Taddia.
Un’altra figura chiave è Roberta Bonacossa, 29 anni, Social Impact & Sustainability Strategist ed attivista per il clima, già observer e delegata ai negoziati sul clima COP26 e COP27. È stata infatti incaricata da Smily per le imprese giovanili sostenibili, dove l’innovazione costituisce la prima leva dal punto di vista della competitività e della sostenibilità stessa, pur con due accezioni nuove: la dimensione interiore della coscienza green e la centralità della biodiversità. Il prossimo 28 novembre Bonacossa presenterà in Senato, alla presenza di Giuseppe Conte, il modello di Smily, con l’intento di trovare proprio in Italia idee, tecnologia e giovani attivisti intenzionati a fare impresa.
Tra i sostenitori del progetto c’è anche Alfonso Pecoraro Scanio, ex Ministro delle politiche agricole e forestali nel governo ed ex Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, che ha dichiarato: “Sono rimasto molto colpito dal progetto di Smily Academy che vuole essere un acceleratore unico nel suo genere perché trasforma la formazione dei giovani sul campo in progetti ed i progetti in impresa. E lo fa con una rete di comunità indigene che a qualcuno potrebbero sembrare di nicchia, sennonché sono quelle a cui dobbiamo la protezione dell’85% della biodiversità mondiale, perciò non possiamo più prescindere da tali popolazioni. Smily è quindi una piattaforma che vuole costruire ponti di pace, per unire giovani e indigeni; biodiversità e tecnologia; oriente e occidente. E credo che l’Italia possa e debba essere protagonista di tale processo, dando per altro così opportunità di lavoro ai nostri giovani”.
LEGGI ANCHE > Come imparare l’inglese velocemente? Ecco il metodo della startup Edusogno