Ingegneria: quanti sono gli ingegneri donna in Italia?
Pensando alla professione dell’ingegnere, di solito, viene in mente un uomo con il casco in testa, sul cantiere di lavoro, col progetto sottobraccio a interfacciarsi con operai e maestranze, per far sì che questo venga realizzato nel migliore dei modi. Questo luogo comune, però, negli ultimi anni è stato decisamente superato per due ragioni principali. In primo luogo, perché gli indirizzi di laurea in ingegneria non contemplano più solo il comparto edile, ma anche quello civile, ambientale, idrico e gestionale. Proprio quest’ultimo sta conoscendo un boom di iscrizioni e relative opportunità di lavoro, grazie alla transizione digitale che sta interessando sia il comparto pubblico che privato del lavoro.
Una transizione che certo non sta risparmiando neanche il mondo accademico, se si pensa alle diverse università telematiche fondate negli ultimi anni e al boom di iscritti che stanno conoscendo recentemente. Va detto, a tal proposito, che proprio le università telematiche hanno permesso a coloro che hanno sempre avuto difficoltà d’accesso al mondo accademico, per ragioni di distanza e organizzazione dei tempi di studio, di poter conseguire una laurea ottimizzando entrambi questi fattori. Frequentare ingegneria gestionale ad un’università telematica, uno degli indirizzi più richiesti attualmente, ad esempio, senza dubbio riserva la comodità di poter seguire le lezioni da casa, negli orari più comodi per gli studenti.
Altro fattore che ha scardinato l’immagine dell’ingegnere dissociandolo dalla figura descritta poc’anzi è la forte crescita di ingegneri donna conosciuta negli ultimi anni.
Una professione prettamente ad appannaggio maschile, fino a qualche anno fa, si sta lentamente tingendo di rosa, sdoganando una volta per tutte la figura femminile anche in una professione da sempre ritenuta appartenente agli uomini.
Uno sguardo ai numeri
Secondo quanto riportato dall’ultimo rapporto del Centro Studi CNI, nell’ultimo decennio il numero di donne laureate in ingegneria è cresciuto di oltre 10 punti percentuali. Nei primi anni del nuovo secolo, infatti, la percentuale di laureate in un indirizzo di ingegneria era pari solo al 16%, per arrivare al 28,1% nel 2019. Un dato calcolato sul totale degli iscritti a questa facoltà.
Riguardo alla pratica della professione, anche in questo senso si possono osservare numeri interessanti, che vedono un numero di professioniste del settore iscritte all’Albo professionale crescere dal 10,8% del 2010, al 16,1% del 2021.
In numeri si stima che in Italia gli ingegneri donna siano pressappoco 174.900, circa il 18,6% del totale dei laureati in ingegneria.
In linea di massima, l’indirizzo prediletto dalle donne resta ingegneria civile, anche se negli ultimi anni si sta verificando una forte crescita di immatricolazioni anche nell’indirizzo di ingegneria edile, dove addirittura le donne costituiscono la maggioranza degli immatricolati, con una presenza pari al 60,3%.
Bene anche gli indirizzi di ingegneria civile e ambientale, con il 30,9% e ingegneria dell’informazione con il 24% di quote femminili.
Per quanto riguarda il livello di laurea raggiunto, nel 2019, il 30,8% delle laureate magistrali ha conseguito un titolo in ingegneria, mentre il 25,7% ha riportato un titolo triennale.
Laureate in ingegneria e lavoro
Tra gli indirizzi di ingegneria che permettono alle donne di trovare più facilmente lavoro, si posizionano quelli industriali e dell’informazione. Le laureate a questi corsi di studio, di fatto, riescono a trovare lavoro a un anno dal conseguimento del titolo, nel 74% dei casi, sempre secondo il rapporto del Centro Studi CNI. È questo, infatti l’indirizzo che offre maggiori chance di occupazione, con una percentuale di disoccupazione di appena il 2,2%.