A decidere le sorti di gran parte dei processi di selezione oggi è l’intelligenza artificiale
Chi cerca una nuova posizione all’interno di aziende di medio-grandi dimensioni, è probabile che lo sappia già o comunque ha iniziato a sospettarlo. A decidere le sorti di gran parte dei processi di selezione oggi è l’intelligenza artificiale. Esatto. La stessa AI, Artificial Intelligence, che ci fa parlare da soli con il nostro smartphone (“Hey Siri” vi dice niente?) viene da tempo impiegata anche nel campo delle Risorse Umane attraverso sistemi di screening dei profili dei candidati (ATS) con l’obiettivo di accelerare i processi di reclutamento senza sacrificarne la qualità.
La domanda nasce spontanea: è dunque una macchina che decide se le competenze e le conoscenze indicate nel nostro curriculum sono potenzialmente in linea con i requisiti dell’annuncio al quale ci siamo candidati? Proprio così. D’altronde, se è vero che per ogni ricerca giungono al recruiter centinaia di curricula, come pensare di poter fare a meno di una tecnologia che consente di focalizzare l’attenzione solo sui profili più interessanti per una determinata posizione? Impossibile. E, a pensarci bene, si tratta di un aiuto concreto anche per i candidati che vorrebbero che il processo selettivo fosse meritocratico e basato esclusivamente sulle skills e sulle esperienze.
Non certo per chi crede che il cv sia uno strumento obsoleto e di conseguenza preferisce lasciare il proprio documento scarno e poco curato sotto ogni punto di vista. Magari sperando di giocarsi le proprie carte nel corso di un successivo colloquio. Davvero pensiamo di poter arrivare ad un colloquio dopo aver inviato un curriculum scritto male e strutturato peggio?
Ecco il parere di una tra le più note professioniste nel settore della Consulenza di Carriera, Silvia Natale: “L’uso della tecnologia nei processi di selezione impone ai candidati di adeguarsi alle regole del gioco, che sono poi regole di buon senso. – spiega la fondatrice di CV Start – Un curriculum moderno, ben scritto, con le sezioni rilevanti in primo piano, senza inutili grafiche, loghi o simboli, e ovviamente formattato a dovere, avrà molte più chance di passare al secondo step di selezione”.
Tutto vero. A volte, bastano poche sbavature perché il nostro curriculum non arrivi a destinazione. E l’attesa per un riscontro, il più delle volte, si trasforma in frustrazione. “Ho mandato decine di cv e mai una risposta!”. Quante volte lo abbiamo detto o lo abbiamo sentito dire? Eppure, siamo così sicuri di candidarci sempre avendo tutti i requisiti coincidenti con quelli richiesti dall’annuncio oppure ci si prova e vediamo se ci rispondono? Siamo proprio sicuri che il nostro cv comunichi adeguatamente ed efficacemente il nostro percorso di carriera?
Per Silvia Natale non ci sono scuse: “Prima di metterci alla ricerca di un nuovo lavoro, dovremmo dedicare del tempo alla definizione di una strategia che includa anche l’utilizzo dei social come strumento di comunicazione nell’ambito della sfera professionale. LinkedIn, ad esempio, è la piattaforma ideale per farsi notare attirando l’interesse di aziende e recruiter. Bisogna, quindi, lavorare su se stessi, prendere consapevolezza dei propri punti di forza ed unicità e, di conseguenza, migliorare i propri strumenti di candidatura, anche rivoluzionandoli, se necessario.”
Cercare lavoro è un percorso ad ostacoli, provare a superare quelli più difficili, è già un ottimo inizio.
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