L’economia circolare rientra nel più ampio ambito della green economy
Quando si parla di “economia circolare” si fa riferimento a quel sistema economico che permette il recupero e il reintegro dei prodotti, con la conseguente riduzione dei rifiuti tipicamente prodotti dalle cosiddette economie lineari.
L’economia lineare, ossia quella tradizionale, prevede un ciclo di vita del prodotto che va dalla produzione all’utilizzo, fino allo smaltimento, solitamente in discarica, senza includere sistemi di recupero, riciclo o riutilizzo. Questo modello, poco rispettoso dell’ambiente, è diventato oggi insostenibile a causa dell’elevata quantità di rifiuti prodotta in particolare dai paesi industrializzati, caratterizzati da uno stile di vita consumistico, abituato a rendere sempre più breve la vita di un prodotto e a sostituirlo nel giro di poco tempo con uno nuovo, più moderno, tecnologico o semplicemente alla moda.
Per dare risposta a questo problema, l’Unione Europea si è attivata, tramite il Piano d’azione per l’Economia Circolare, per favorire il passaggio a un’economia nuova che favorisca la riduzione dei rifiuti tramite riuso, riciclo dei materiali, riparazione dei prodotti. L’economia circolare rientra nel più ampio ambito della green economy, il cui obiettivo è quello di ridurre l’impatto ambientale e di rendere più sostenibili tutti i processi legati all’economia.
Economia circolare: di cosa si tratta
Il ciclo di vita del prodotto riguarda tutte le fasi che il bene attraversa, dall’estrazione delle materie prime fino al termine dell’utilizzo. Classicamente l’ultima fase corrispondeva alla trasformazione dell’oggetto in un rifiuto non più utilizzabile, che richiedeva un qualche tipo di smaltito, spesso causa dell’emissione di sostanze tossiche e inquinanti.
Con l’avvento dell’economia circolare, questo modo di intendere il ciclo di vita di un prodotto muta profondamente in quanto, anziché finire la sua vita in discarica, l’oggetto dovrebbe essere immesso nuovamente nel ciclo economico secondo diverse modalità:
– tramite il riuso, magari con finalità di utilizzo diverse da quelle originali
– per mezzo del riciclo dei materiali, i quali, in sostituzione di nuove materie prime, entrerebbero nel ciclo di produzione di un nuovo prodotto, senza andare ad aumentare la quantità di rifiuti già esistente
– la riparazione, dove possibile, volta ad allungare il ciclo di vita originale del prodotto.
Tra le soluzioni offerte dall’economia circolare rientrano anche la condivisione e il prestito, i quali permettono a più persone di utilizzare un unico bene così da ridurre il numero di nuovi elementi in circolo e, conseguentemente, i rifiuti prodotti alla fine del ciclo di vita.
Quali vantaggi offre questo tipo di nuova economia
I vantaggi offerti dall’economia circolare in favore dell’ambiente sono numerosi; il riutilizzo di articoli e materiali permette infatti non solo di ridurre i rifiuti, ma anche le sostanze tossiche emesse in fase di produzione e per la lavorazione delle materie prime. Questa forma di economia ha anche un impatto molto importante sulle materie prime, molte delle quali, a causa dello sfruttamento senza controllo, stanno diventando sempre più rare e sono a rischio di esaurimento. Dato che l’idea di economia circolare promossa dall’UE punta anche sulla produzione di oggetti riparabili o ricondizionabili, l’impatto positivo riguarderebbe anche le finanze dei consumatori.
Cosa prevede il piano Europeo
Il piano Europeo per il passaggio a un’economia circolare, pubblicato l’11 marzo del 2020, offre un quadro generale della situazione e si propone, tra le altre cose, di lavorare sulla responsabilizzazione dei consumatori e sull’aumento della produzione di prodotti di tipo sostenibile. Nel piano è possibile individuare le sette aree sulle quali si è concentrata l’attenzione della Commissione, ossia quello della plastica, dei prodotti elettronici, dei tessuti, degli imballaggi, degli edifici, dei veicoli e di cibo e acqua. Nel documento, consultabile online, sono state indicate azioni da intraprendere in ognuno di questi ambiti per favorire lo sviluppo di un’economia di tipo circolare e sostenibile.