Tra i vincitori delle passate edizioni abbiamo intervistato il creatore delle maschere respiratorie innovative
Anche quest’anno tornano i Lifebality Awards e per l’occasione la redazione di InnovaMi ha scelto di intervistare alcuni dei vincitori delle edizioni passate. Oggi è il turno dell’intervista a Cristian Fracassi, eletto vincitore nel 2013. Per l’ingegnere il concorso è stato un importante trampolino di lancio, che lo ha portato fino al titolo di Cavaliere della Repubblica, onorificenza ricevuta per l’impegno profuso nella lotta al coronavirus, alla quale ha preso parte trasformando le maschere da snorkeling in maschere respiratorie.
Negli ultimi mesi si è parlato del contributo all’emergenza sanitaria. Com’è nato il progetto della maschera?
Tutto è nato quando un medico in pensione in provincia di Brescia ha visto il progetto che avevamo realizzato a titolo gratuito stampando le valvole (per i respiratori, ndr) che erano venute a mancare con una stampante 3D. Ci ha comunicato che a breve sarebbero mancate anche le maschere e aveva da tempo un’idea che non riusciva a realizzare: trasformare una maschera da snorkeling in una maschera respiratoria. Lo abbiamo aiutato e abbiamo progettato la valvola che permettesse la conversione. Poi abbiamo realizzato e testato alcuni prototipi, di cui poi abbiamo diffuso gratuitamente i file sul web cosicché chi avesse una stampante 3D potesse stampare e donare le valvole agli ospedali.
Sei CEO e Co-Founder di Isinnova. Qual è l’idea alla base di quest’azienda?
Isinnova nasce proprio grazie a Lions Lifebility Award, nel 2013. Vincendo il concorso ho ricevuto 5.000, somma che mi ha dimostrato che la mia idea aveva un valore. Su consiglio di Lifebility ho fatto domanda di permesso utilizzando questi soldi, così ho depositato la mia idea. Grazie ad un articolo che ne parlava, circa una settimana dopo ho conosciuto un imprenditore che si è innamorato dell’idea e mi ha contattato perché voleva acquistare il brevetto. Ci siamo poi incontrati e abbiamo pensato di aprire insieme un’azienda che si occupi di sviluppare idee di privati o di aziende: così è nata Isinnova.
Tornando al concorso, in cosa consisteva il progetto presentato al Lions Lifebility Award?
Il progetto era un dispositivo in grado di capire se un alimento era stato scongelato e poi congelato di nuovo, diventando pericoloso per la salute delle persone. Insomma una sorta di sensore a impatto zero, molto economico.
Cosa consiglieresti a chi vorrebbe partecipare al concorso?
Di continuare a provarci. Io ho partecipato a tantissimi concorsi, tra i quali anche il Lions Lifebility Award, e ne ho vinti 4 o 5. Il fatto che un concorso non ti premi non significa che l’idea non valga. Sono molti i fattori di giudizio, in primis idee più belle della tua che però non significa che non sia bella. In secondo luogo magari il concorso assegna punteggi più elevati per alcuni temi, ad esempio la salute o la sostenibilità. Se non si è premiati forse semplicemente non era il momento giusto. Crederci è la cosa fondamentale.
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F.C.