I produttori di automobili elettriche dovranno occuparsi di smaltimento e recupero
La diffusione di automobili elettriche in Italia aumenterà progressivamente nei prossimi anni, considerando ad esempio il solo aumento del 2020 rispetto all’anno precedente con un incremento del 155% delle immatricolazioni, pari a circa 30.000 nuovi veicoli. Tale crescita avrà un impatto importante sulla crescita esponenziale delle domanda di batterie a litro, di conseguenza i produttori – responsabili per l’intero ciclo di vita – saranno chiamati a risolvere le problematiche legate all’impatto ambientale e allo smaltimento.
I dati raccolti da Erion Energy, il Consorzio dell’azienda dedicato ai rifiuti di pile e accumulatori, hanno posto le basi per una stima secondo la quale nel 2030 se dovessimo riciclare tutte le batterie necessarie per alimentare il parco auto immesse fino a questo momento bisognerebbe occuparsi dello smaltimento di ben 28.000 tonnellate di rifiuti, pari al peso di due volte la Torre di Pisa. Affinché tutto sia svolto al meglio la Commissione Europea ha presentato un proposta di nuovo regolamento, avanzata nell’ambito del Circular Economy Action Plan: standard minimi obbligatori di sostenibilità e sicurezza saranno fondamentali.
Erion Energy: le dichiarazioni del DG Bonato
Danilo Bonato, Direttore Generale di Erion Energy ha spiegato: “I vantaggi di una corretta gestione delle batterie sono rappresentati dalla conservazione delle risorse, ma anche da un aspetto di prevenzione. Un trattamento idoneo permette di evitare l’emissione nell’ambiente di sostanze pericolose. Il litio è molto reattivo all’aria e all’acqua poiché entrando in contatto con l’ossigeno genera prodotti tossici e come altri metalli è altamente infiammabile e a rischio esplosione. Alla luce di questo è fondamentale farci trovare pronti e preparati al cambiamento che coinvolgerà tutti gli attori: dall’industria, agli Stati, dalla ricerca agli addetti ai lavori del settore del riciclo”.
Ma non è tutto: “La sfida non è banale. Sia perché una corretta gestione del riciclo e riuso delle batterie, intesa come la possibilità di dare una seconda vita alle celle al litio secondo i principi dell’economia circolare, necessita di un livello industriale che al momento l’Italia non ha – attualmente le batterie al litio finiscono per lo più in Germania, che comunque resta ancora molto lontana da Paesi come la Cina che da anni hanno investito in circuiti di recupero volti alla massimizzazione delle materie prime seconde – sia perché l’odierno sistema ha costi elevati, che solo un forte investimento sul fronte tecnologico potrà abbattere”.
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F.C.