L’analisi degli esperti sulla evoluzione dei consumi di latte e derivati
La pandemia ed il lockdown conseguente, insieme alle nuove tendenze sugli stili di vita degli italiani, hanno cambiato i modelli di consumo dei prodotti alimentari. Ma come? Ecco alcune risposte rispetto al consumo di latte e derivati, alimenti principi della nutrizione umana, diffusi su scala mondiale e di costo contenuto. Se n’è parlato in un convegno, tenutosi in streaming e organizzato da AITA, l’Associazione Italiana di Tecnologia Alimentare in collaborazione con CremonaFiere, proprio focalizzato su questo tema.
Il presidente AITA, Sebastiano Porretta, ha affermato che durante il lockdown i consumatori si sono orientati sempre più verso prodotti di maggiore conservabilità, nello specifico il latte Uht a scapito del latte fresco, le cui proprietà e caratteristiche nutritive sono comunque superiori. A orientare questa scelta le limitazioni agli spostamenti e la necessità di effettuare acquisti di prodotti alimentari a maggiore durabilità. Ma Porretta ha citato iniziative volte a contrastare questo fenomeno, in Inghilterra, per esempio, il governo ha lanciato una campagna promozionale “Milk your moment” che ha consentito un incremento del 9% del consumo di latte fresco. Secondo i promotori dell’iniziativa ogni sterlina investita in questa campagna ha comportato un ritorno sulle vendite di 14 sterline.
Functional food 2021: quali saranno le tendenze comportamentali dei consumatori?
Una analisi ancora più approfondita del comportamento del consumatore è stata svolta da Parmalat e di cui ha relazionato nello stesso contesto Tiziana Meriggi. Secondo la quale la preoccupazione del momento e l’incertezza per il futuro hanno condizionato pesantemente le preoccupazioni del consumatore tipo con inevitabili ripercussioni sui loro comportamenti di acquirenti e sui modelli di consumo. In particolare sul mercato del latte, quello a lunga conservazione ha fatto registrare un incremento di volumi di 84,6 milioni di litri nel periodo gennaio – ottobre 2020 in confronto allo stesso periodo dell’anno precedente. Per contro il latte fresco ha invece fatto segnare un decremento di volumi di meno 23,8 milioni di litri nello steso periodo di riferimento. È stata una forte accelerazione di un processo preoccupante e comunque già in atto.
L’aumento della penetrazione del latte Uht e dell’acquisto medio per atto di acquisto ha comportato anche un aumento del latte in tutti i segmenti: in altri termini si è ritornati a fare colazione a casa propria. Comportamento che sta perdurando e che occorrerà vedere se si evolverà in modo stabile verso nuove – o vecchie – abitudini ritrovate. Per adeguarsi alla nuova situazione Parmalat ha adottato nuovi meccanismi operativi per assicurare i fabbisogni richiesti dai propri consumatori e garantendo dall’altro, continuità di fornitura nella filiera di approvvigionamento. Altra considerazione è che la pandemia ha modificato la polarizzazione dei consumi innescando le discontinuità comportamentali che favoriscono il “retail grocery” a discapito dei pasti fuori casa.
A fronte di questa analisi relativa al 2020 c’è chi si è interrogato sulle tendenze dei consumatori nel 2021. È il caso di Assolatte, l’Associazione che raggruppa i trasformatori di latte. E la risposta è stata molto razionale, aumenterà il ricorso a cibi funzionali e salutistici che aiutano a stare bene e contribuiscono alla salute del microbiota intestinale, dove si trova il 70% del nostro sistema immunitario. Si svilupperà la tendenza a consumare più “functional foods”, come gli alimenti fermentati e i probiotici, che aggiungono al piacere e al gusto, alla comodità di uso e alla versatilità, anche la presenza di componenti benefiche per il sistema immunitario, come i lattobacilli e la vitamina D. Oggi più di un quarto (27%) dei consumatori europei si alimenta con prodotti che aiutano a rafforzare il sistema immunitario e il 70% dei consumatori di yogurt riconosce i benefici della fermentazione, in particolare sull’efficienza del sistema immunitario.
Secondo l’analisi di Assolatte la crescita di interesse per gli alimenti “amici” del sistema immunitario é frutto di un trend di lungo periodo, quale la maggiore attenzione a nutrirsi in modo salutistico ma anche di un atteggiamento legato alla pandemia, ossia l’attenzione a seguire un’accurata e corretta alimentazione per difendersi dalla Covid-19. In Italia il maggior ricorso ai “functional food” è in atto da tempo. Nell’ultimo anno le vendite di yogurt funzionali a difesa o rinforzo del sistema immunitario sono aumentate del 4,1% in volume e del 3,7% a valore, con punte sopra la media per il kefir, di cui gli italiani sono grandi appassionati.
Complessivamente, in 12 mesi, nella Gdo italiana i consumatori hanno comprato 19 milioni di kg di yogurt e latti fermentati grazie ai loro effetti benefici sul sistema immunitario, pari a una spesa che sfiora gli 85 milioni di euro annui. I maggiori consumatori di yogurt “amici” del sistema immunitario sono gli abitanti di Piemonte, Lombardia, Liguria e Valle d’Aosta, che coprono quasi 1/3 dei volumi venduti nella distribuzione moderna, ma la tendenza si sta espandendo: ad aver aumentato di più gli acquisti, nel corso dell’ultimo anno, sono stati gli abitanti delle regioni meridionali, che ne hanno comprato l’8,3% in più’ rispetto all’anno precedente.
Ildebrando Bonacini
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