L’intelligenza Artificiale è un potenziale da governare per non minare la fiducia degli elettori
Secondo Denis Peroni, Co-fondatore di Indigo.ai, il deep fake potrebbe entrare in gioco nella scena politica americana da un momento all’altro. La tensione tra democratici e repubblicani potrebbe spingere qualcuno, più probabilmente Donald Trump, a giocarsi l’asso nascosto nella manica. D’altra parte, fino a oggi non abbiamo visto nulla di quello che potrebbe fare l’intelligenza artificiale per pilotare un’elezione. È sempre stato sufficiente ricorrere a semplici video lievemente alterati senza l’ausilio dell’AI. Essi hanno avuto successo perché alimentano una narrativa già registrata dall’utente, si trasformano nella prova di una tesi che chi guarda già sostiene.
Il deep fake è invece più serio ed avanzato tecnologicamente. Distinguere un video creato in questo modo è estremamente difficile, servirebbero settimane di lavoro di un team di esperti. È così complicato perchè per creare un deep fake si utilizzano algoritmi di AI che sovrappongono due video indipendenti, già esistenti. È una tecnica che si basa sul deep learning, ossia su reti neurali allenate a modificare la propria struttura. In particolare, vengono utilizzate delle GAN, Generative Adversarial Network, ovvero due reti neurali che giocano tra loro in una sorta di guardie e ladri in cui una cerca di diventare sempre più brava a creare dei falsi e l’altra a scovarli.
L’obiettivo è produrre dei deep fake sempre migliori. Per creare algoritmi del genere però servono strumenti sofisticati non ancora a disposizione del grande pubblico, motivo per cui i deep fake non sono entrati sulla scena della campagna elettorale americana. D’altra parte, non avrebbe neppure senso inondare la rete di video di questo tipo. Infatti, come abbiamo visto, sono più che sufficienti semplici video virali per sostenere la narrativa di una campagna.
Intelligenza Artificiale elezioni americane: l’importanza dei social
In uno scenario caotico e confuso, il deep fake creato ad arte per alimentare il disordine o seminare il panico potrebbe decidere il destino degli Stati Uniti per i prossimi quattro anni. In tutto questo, i social hanno una responsabilità enorme, perché amplificano le notizie. Spesso la verità ha un eco inferiore delle fake news: l’interesse si incanala verso contenuti acchiappa click. Negli Stati Uniti il problema sta esplodendo: al centro del dibattito c’è il ruolo che avrebbe avuto proprio Facebook dall’escludere dalla sezione news alcune testate democratiche.
Un esempio è la creazione di alcune notizie false in lingua spagnola per andare a influenzare il voto della comunità latina. Questo tipo di contenuti, per via della lingua diversa sono capaci di indirizzare il voto senza che nessuno se ne accorga. Ancora una volta, la scienza e la tecnologia ci hanno messo davanti a un bivio: la ricerca ci ha dotati di uno strumento eccezionale come l’intelligenza artificiale e ci ha lasciati liberi di usarlo. Spetta a noi decidere come sfruttare questo enorme potenziale.
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