Da Bolzano, un algoritmo aiuta a scegliere dove migrare.
Secondo il rapporto più recente dell’OIM, sono 272 milioni le persone che vivono in un Paese dove non sono nate.
A riguardo, un’equipe della Facoltà di Scienze e Tecnologie informatiche della Libera Università di Bolzano ha sviluppato un algoritmo che può aiutare le persone a decidere dove migrare. La squadra, formata dai ricercatori: Nabil El Ioini, Mehdi Elahi e dallo studente di laurea magistrale Ayoub El Majjodi, ha analizzato le preferenze di 281 individui, provenienti da 55 paesi diversi.
Per capire cosa rende un paese una destinazione desiderabile, i ricercatori hanno effettuato svariati sondaggi.
L’utente inizia lo studio fornendo informazioni di base e rispondendo a un breve questionario su sé stesso.
I partecipanti poi, hanno dovuto indicare quali sono gli elementi per loro fondamentali nella scelta del paese in cui emigrare. Tra questi troviamo: le opportunità di lavoro (72%), il sistema sanitario (43%), le disparità di reddito (37%), il tasso di criminalità (26%) e le similitudini culturali e linguistiche (21%).
Un algoritmo per scegliere dove migrare: una squadra di ricercatori a supporto dei fenomeni migratori
Una volta ottenute tutte le informazioni necessarie, il sistema inizia a riconoscere i tratti della personalità dell’utente. Entra in gioco ora l’algoritmo, che utilizza queste preferenze per generare consigli su misura per l’utente. “Bisogna pensare al nostro sistema allo stesso modo dei sistemi di raccomandazione già noti”, dichiara Nabil El Ioini. “Sulla base di preferenze specifiche, l’utente riceve raccomandazioni che corrispondono ai suoi gusti. Da ciò discende la percezione che, attraverso la personalizzazione, il sistema mi capisca”.
Il risultato finale di questo studio è un affidabile sistema di raccomandazione che potrebbe rivelarsi di grande supporto a tutti coloro i quali stanno valutando di emigrare in un altro paese. Il campo della ricerca sull’immigrazione è complesso e sensibile, una ricerca del genere potrebbe influire positivamente sulla vita di molti. “I risultati sono stati promettenti e mostrano il potenziale di raccomandazioni personalizzate in questo settore, certamente finora poco studiato”, puntualizza El Ioni.
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