Oggi l’inaugurazione del Ponte San Giorgio
Con l’inaugurazione del nuovo ponte di Genova il 3 agosto 2020 si conclude un progetto senza precedenti in termini di straordinarietà – dal momento che sono state disposte leggi speciali come il “Decreto Genova”-, urgenza – data dalla necessità unica di ristabilire un importante collegamento nazionale e internazionale-, complessità – le operazioni di demolizione e ricostruzione sono state condotte in concomitanza – e visibilità.
Si è trattato di un progetto costato ben 200 milioni di euro, che ha richiesto ben 220mila ore di attività ingegneristica, l’emissione di oltre 3200 documenti tecnici, 630 istruttorie e 10500 schede progettuali, ed è stato realizzato sotto l’attenta supervisione del RINA che, in qualità di Project Management Consultant ha supportato il Commissario straordinario garantendo che i requisiti del progetto, la qualità, la pianificazione, la coerenza tra il progetto e la costruzione, i tempi e i costi fossero soddisfatti.
La prima fase di demolizione ha visto l’adozione di un approccio basato su diverse metodologie combinate, tra cui attività di taglio e smontaggio, sgretolamento e, in alcuni casi, abbattimento tramite esplosivo. La necessità di compiere le operazioni di demolizione nel più breve tempo possibile si è naturalmente affiancata alla ricerca delle migliori soluzioni per la salute e la sicurezza non solo dei lavoratori, ma dell’intera popolazione.
Le fasi di demolizione e ricostruzione, parzialmente sovrapposte, hanno condotto alla realizzazione di un nuovo ponte lungo circa 1,1 km e alto 44 metri, che si appoggia a 18 pile in calcestruzzo armato distanziate di 50 metri l’una dall’altra, fatta eccezione per le 3 centrali che presentano una distanza di 100 metri. Il montaggio dell’impalcato metallico è avvenuto con gru (singole o in coppia) per le porzioni da 50m, e con gli strand jacks per le porzioni da 100m. Inoltre, le porzioni di impalcato delle spalle sono state sollevate in sezioni. Si stima che una volta terminato il progetto, la travata continua sarà in grado di trasportare circa 60.000 veicoli al giorno.
Inaugurazione del nuovo ponte di Genova: un progetto smart e sostenibile
Tantissime le caratteristiche che hanno consentito la realizzazione in tempi molto brevi del nuovo ponte: tra queste, un’attività lavorativa 24 ore su 24 fino a tre turni – interrotta solo il giorno di Natale del 2019 – un’ottimizzazione continua del cronoprogramma, una progettazione D&B (design and build), l’utilizzo del BIM (Building Information Modeling) e la realizzazione dei rilievi necessari per tradurre le specifiche tecniche in progetto esecutivo.
Essenziali anche il controllo della qualità e della sicurezza mediante attività di direzione lavori, PMC & QA (project management consulting & quality assurance), il coordinamento in materia di sicurezza e di salute durante la realizzazione dell’opera e collaudo e, infine, la nomina da parte del Commissario del responsabile unico del procedimento (RUP), con delega per validare e approvare ciascuna fase progettuale, anche in corso d’opera.
Questi, in sintesi, i numeri del viadotto, la cui realizzazione ha richiesto 17.000 tonnellate di acciaio per carpenteria metallica, 7.000 tonnellate di barre in acciaio ad aderenza migliorata per calcestruzzo, 67.000 mc di calcestruzzo per fondazioni, pile e soletta e più di 1000 maestranze impegnate. Per la ricostruzione dell’impalcato principale, a cui hanno lavorato 20 cantieri operativi in contemporanea, è stato inoltre necessario realizzare degli scavi per un volume totale di 80.000 metri cubi.
Il risultato, perseguito anche grazie a un’ottima gestione dell’emergenza coronavirus da parte del RINA, è un ponte smart e sostenibile, dotato di sistemi di automazione robotica e sensoristica per il controllo infrastrutturale e la manutenzione, oltre che di uno speciale sistema di deumidificazione pensato per evitare la formazione di condensa salina e limitare i danni da corrosione.
Inoltre, dei pannelli fotovoltaici produrranno l’energia necessaria per il funzionamento dei suoi sistemi (illuminazione, sensoristica, impianti) sia di notte che durante il giorno, garantendo in questo modo un impatto ambientale contenuto. Infine, la creazione di una banca dati permetterà di studiare e monitorare costantemente le condizioni del ponte e potrà essere utilizzata come base per la progettazione futura di infrastrutture della stessa tipologia.
Per saperne di più, leggi l’articolo Nuovo Ponte di Genova: sostenibile e trasparente