EY pubblica l’analisi sulle rinnovabili nel 2023: cosa ci dice lo zoom sull’Italia?
I nuovi dati dell’EY Renewable Energy Country Attractiveness Index segnalano la crescita del nostro Paese, ma serve accelerare
Secondo i principali risultati emersi dalla 62° edizione del report EY Renewable Energy Country Attractiveness Index (RECAI), che classifica i primi 40 Paesi al mondo per attrattività di investimenti e opportunità di sviluppo nel settore delle energie rinnovabili, per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione prefissati è necessario accelerare sul percorso della transizione energetica triplicando la capacità mondiale di energia innovabile di 11 GW entro il 2030. In tal senso l’Italia guadagna una posizione, rispetto all’edizione scorsa, passando alla 14esima. Il Paese si è posto, infatti, ambiziosi obiettivi nell’ambito delle energie rinnovabili, puntando ad aumentare la quota di rinnovabili nei consumi finali del settore elettrico fino al 65% entro il 2030. Non a caso, nel primo semestre dell’anno la capacità istallata è pari al 2.5GW, rappresentando un aumento del 120% rispetto al 2022.
Report energie rinnovabili Italia 2023: le parole di Giacomo Chiavari
Giacomo Chiavari, EY Europe West Strategy and Transaction Energy Leader, ha commentato così: “Il costante aumento del fabbisogno energetico e l’instabilità geopolitica sono alcuni dei fattori che hanno portano alla necessità di accelerare la transizione verso modelli energetici più sostenibili. In quest’ottica, per raddoppiare entro il 2030 la produzione di energia da fonti rinnovabili, le stime indicano che il nostro Paese dovrà colmare un gap di circa 11 GW rispetto ai target stabiliti per l’energia eolica e di 35 GW relativamente al fotovoltaico. Oltre ai significativi benefici economici e ambientali che la transizione energetica porta con sé, si creeranno anche nuove opportunità per il mondo del lavoro: entro il 2030, infatti, triplicherà l’offerta per le professioni specializzate nel settore delle rinnovabili e sarà dunque determinante consolidare le competenze i processi di formazione legati, in particolare, alle discipline STEM”.
Il focus sull’Italia: mercato dei PPA, idrogeno verde e regolamentazione
Il Paese si è posto target ambiziosi per aumentare la quota di energia prodotta da fonti rinnovabili e per agevolare l’accesso a queste fonti. Si osserva una crescita e maggiore interesse per il mercato nazionale dei PPA (Power Purchase Agreement), come confermato anche nell’indice del RECAI, come già detto. Questo soprattutto a valle di un ridimensionamento del prezzo all’ingrosso dell’energia dopo i picchi dell’anno 2022, nonostante il prezzo non sia tornato ai punti di partenza del periodo antecedente al deficit energetico e alla crisi in Ucraina. Un ruolo di rilievo nel nuovo scenario del Piano Nazionale Integrato Per L’energia e Il Clima di giugno scorso (PNIEC) è costituito dall’idrogeno verde, ovvero prodotto utilizzando l’elettricità da fonti di energia rinnovabile, su cui l’Italia punta ad aumentare la quota, rispetto al totale idrogeno usato nell’industria, fino al 42% entro il 2030. Inoltre si prevede l’introduzione, a livello nazionale, di un incentivo sui volumi prodotti per andare a diminuire la differenza tra il costo unitario della produzione verde di idrogeno rispetto a quella non decarbonizzata.
Per quanto riguarda, invece, il mercato delle rinnovabili in Italia, si presentano iniziative alla ricerca di progetti realizzabili nel breve termine con lo scopo di sostituire rapidamente i costi dell’energia elettrica di terzi ancora sostenuti con energia autoprodotta a un costo inferiore. Si punta ad una diversificazione del portafoglio di impianti localizzati in diverse aree del Paese così da dare accesso ad energia verde prodotta localmente. Tuttavia, il mercato soffre dell’incertezza legata alla parziale regolamentazione in materia. Guardando al futuro, una delle maggiori sfide e opportunità legate allo sviluppo delle rinnovabili, data la loro natura intrinseca di intermittenza e conseguente necessità di stabilizzazione, è costituita dallo stoccaggio dell’energia prodotta e, in particolare, dell’energia prodotta in eccesso rispetto alla domanda del momento.
Ulteriore disciplina che sarà prossimamente definita è quella contenuta all’interno della bozza di decreto FER-X del MASE (Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica) che punta a rivedere e attualizzare alcuni meccanismi di incentivazione, prevedendo differenti modalità di supporto per gli impianti rinnovabili con costi di generazione vicini alla competitività di mercato. La scala di intervento del decreto FER-X è di almeno 10 volte più grande rispetto al precedente decreto e i numeri, pur indicativi, indicati nella bozza (60 GW da inserire nel meccanismo nei prossimi 5 anni) suggeriscono che la gran parte del mercato delle rinnovabili potrebbe esserne coinvolto, incluso eventualmente il fotovoltaico in area agricola, finora escluso.