Secondo Serenis, l’80% dei pazienti che iniziano un percorso di psicoterapia a causa di difficoltà legate al lavoro non riceve una diagnosi di conferma. Questo solleva la domanda: perché tendiamo a credere che il lavoro sia la causa dei nostri malesseri? Quali sintomi possono confonderci? Inoltre, ci sono disturbi specifici che possono essere scambiati per patologie legate al mondo del lavoro.
Il lavoro è spesso il luogo dove trascorriamo la maggior parte del nostro tempo, arrivando fino a circa 60.000 ore di vita lavorativa in media. Le pressioni e le sfide quotidiane in questo ambiente possono essere dei trigger per altre difficoltà psicologiche. La capacità di affrontare una vita lavorativa in modo autentico è un parametro importante anche per la salute mentale. Tuttavia, il mondo del lavoro sta evolvendo rapidamente e a volte può non essere allineato con la preparazione accademica dei lavoratori, creando confusione nei loro obiettivi e prospettive. Le aspettative familiari possono ampliare ulteriormente questo gap.
Dall’indagine condotta da Serenis (https://www.serenis.it/), la piattaforma di benessere mentale, emerge che:
- 37% delle persone soffre di ansia,
- 22% cerca crescita personale,
- 19% ha problemi di autostima,
- 17% si scontra con difficoltà relazionali,
- 8% è in trattamento per lo stress,
- 7% affronta crisi esistenziali,
- 6% lavora sull’assertività,
- 5% ha problemi di coppia,
- 4% soffre di disturbo depressivo,
- 3% si occupa di gestione dei conflitti.
Il resto presenta disagi legati al lutto, traumi, disturbi dell’umore, attacchi di panico, comportamento alimentare e problemi di sonno, solo per citarne alcuni.
Disturbi specifici che possono essere confusi con patologie legate al lavoro
Martina Migliore, psicoterapeuta cognitivo-comportamentale di Serenis, elenca cinque di essi:
- Disturbi ossessivo-compulsivi,
- Perfezionismo patologico,
- Depressione,
- Fobia sociale,
- Disturbo da deficit di attenzione.
“Spesso si tratta di gestione dell’ansia non efficace, di problematiche ossessive che aumentano il carico di lavoro in modo eccessivo e che fanno percepire una responsabilità abnorme rispetto alle reali mansioni, oppure di poca capacità di concentrazione e di impulsività non diagnosticate nell’infanzia che rendono molto difficile l’organizzazione del lavoro. Le problematiche relazionali e familiari hanno anche un carico importante: insomma è un po’ come se il lavoro fosse un calderone in cui bolle di tutto,” aggiunge Martina Migliore.
Sebbene molti sintomi possano essere confusi con problemi legati al lavoro, esistono campanelli d’allarme inequivocabili che indicano problematiche lavorative reali. Questi includono casi di molestie o pressioni specifiche e la percezione oggettiva di un ambiente di lavoro malsano.