Sport e videogaming, per molti, rappresentano due rette parallele destinate a non incontrarsi mai. Facile del resto comprendere il motivo: l’opinione più tradizionale riguardo i videogiochi, infatti, li vuole in netta contrapposizione con un’attività per definizione tanto dinamica come lo sport. In verità, specie negli ultimi anni, tale visione è sempre più distante dalla realtà dei fatti. Soprattutto grazie all’enorme sviluppo del concetto di eSport, nonché all’introduzione di accessori in grado di sfruttare la realtà aumentata, sempre più spesso i due mondi sono a contatto, e di conseguenza non sono fuori luogo alcuni paralleli. Uno di questi è, senza dubbio, l’allenamento: esattamente come nello sport più tradizionale, questo è essenziale per ottenere buoni risultati anche nel videogaming, a sua volta ormai fortemente accomunato al nuovo concetto, più largo e ormai predominante, di sport.
Proprio il mondo degli eSport consente di fare i primi e più ovvi paragoni, in ragione proprio del loro essere sport a tutti gli effetti: ormai approdati anche nel contesto olimpico, gli eSport sono protagonisti di innumerevoli esempi di tornei internazionali. Prendendo in esame i classici simulatori sportivi, risulta immediatamente evidente come per competere ai più alti livelli sia imprescindibile avere un importante bagaglio di pratica alle spalle: esattamente come in qualsiasi sport tradizionale, e più in generale come in qualsiasi attività, anche nel videogaming competitivo la pratica e l’esperienza assumono un ruolo di primo piano. Persino prendendo in considerazioni giochi all’apparenza più casual, ma comunque con una community competitiva molto attiva, emerge come solo la pratica sia in grado di garantire buoni livelli di competizione. Un ottimo esempio viene da Rocket League: si tratta di un videogioco di calcio dove al posto dei calciatori si controllano automobili. Questa semplice descrizione del titolo, seppur esatta, non è comunque in grado di restituire il grado di complessità del suo livello competitivo: diventa essenziale imparare a tenersi in volo, prevedere i rimbalzi del pallone in determinati punti della mappa e conoscere alla perfezione l’hitbox della propria automobile, solo per citare alcuni aspetti. Tutte componenti che solo una costante pratica è in grado di far raggiungere, permettendo così di competere ad alti livelli: nessuna differenza, quindi, dalle tradizionali attività sportive.
Del resto anche altri intrattenimenti competitivi, che possiedono una loro versione videoludica, mettono in luce come solo l’allenamento possa far aumentare le probabilità di vincere un incontro. È il caso del poker, attualmente protagonista nell’online dopo un periodo di fortissima espansione in canali televisivi dedicati. Oltre a conoscerne le regole, per esempio, è bene avere ben chiaro il valore delle possibili combinazioni nel poker online, in modo da poter tenere sempre presente quanto una determinata scelta possa essere favorevole o meno: solo la pratica, favorita da un approccio attento alla teoria, può fornire un livello di preparazione competitivo. Può dirsi lo stesso per gli scacchi, dove i tornei di livello internazionale si contano in numero infinitamente minore rispetto ai più informali confronti resi possibili dalla rete: anche in questo caso non solo diventa importante una perfetta conoscenza delle regole, tanto del gioco quanto di alcuni schemi fondamentali, ma soprattutto la pratica e l’allenamento, uniche variabili in grado di fornire un background di esperienza da sfruttare in un panorama complesso come quello scacchistico.
Si potrebbe però pensare che, in fin dei conti, solo il videogaming competitivo potrebbe essere accostato allo sport e, quindi, all’allenamento: niente di più sbagliato. Il parallelo con lo sport infatti non si esaurisce nei videogiochi etichettabili come eSport, ma continua abbracciando anche i più tradizionali single player. Intendendo l’allenamento come pratica, infatti, è subito evidente come qualsiasi videogioco premi chi possieda maggior esperienza degli altri. Un ottimo esempio viene dai titoli dello studio giapponese From Software, che anche in occasione del suo ultimo lavoro ha abituato la community a gameplay dove solo la pratica è in grado di far progredire il videogiocatore. Lo stesso discorso è valido anche per altri titoli più noti agli amanti del retrogaming, protagonisti di un passato videoludico ospitato dai cabinati: la sequenza di tasti da premere in un picchiaduro per ottenere una combinazione o il tipo di ostacoli di un livello a scorrimento di Metal Slug sono ottimi esempi di come solo attraverso esperienza, e tentativi, si potesse ambire a ottenere buoni risultati.
Insomma, videogioco e allenamento sono due concetti che vanno di pari passo. Esattamente come nello sport, nel videogaming la pratica è indispensabile, come ampiamento provato non solo dal mondo degli eSport, ma da qualsiasi titolo videoludico, competitivo o meno.