Caratterizzati da materie prime di altissima qualità, sono sempre di più non solo per donne
La cosmetica green è un trend impossibile da ignorare al giorno d’oggi. Da tempo ormai i consumatori che sono interessati ad acquistare un prodotto si informano in merito alla sostenibilità ambientale dell’azienda che c’è dietro. Dalla provenienza delle materie prime fino alla filiera produttiva seguente, ogni dettaglio viene preso in considerazione.
I numeri della cosmetica sostenibile
I numeri della cosmetica sostenibile sono sempre più alti: i dati di inizio 2021 vedevano questo comparto come avente un peso del 15% circa sull’intero settore. Gli esperti sono arrivati a fotografare questa crescita nel dettaglio facendo presente che, tra il 2018 e il 2019, è stato possibile assistere a una crescita di ben cinque punti percentuali. Non poco in un solo anno! L’interesse, come già detto, riguarda sia gli attori del mercato sia i consumatori finali.
A dimostrazione di come la cosmetica green abbia oggi un peso che ignorare sarebbe a dir poco miope è possibile citare la decisione, da parte di alcune autorevoli associazioni attive nel settore della bellezza, di innovare i parametri di quantificazione di questo mercato, adeguandoli a dei numeri che lasciano a bocca aperta.
Cosmetici green: un trend inarrestabile e non solo per le donne
Le nuove frontiere
Naturale è quindi chiedersi dove stia andando questo mercato, quali siano le nuove frontiere pronte ad essere esplorate. Una delle principali vede in primo piano la scelta di sfruttare materie prime amiche dell’ambiente e super versatili, come per esempio la cannabis.
I cosmetici che la vedono protagonista sono venduti in Italia da diversi anni sia da negozi fisici, sia da e-commerce di successo come Cbweed.com. Negli ultimi anni, è cambiato notevolmente l’atteggiamento del legislatore in merito agli ingredienti che li caratterizzano. Un passo enorme da questo punto di vista è stato fatto all’inizio del 2021, per la precisione nel mese di febbraio. In quel periodo, infatti, è arrivata l’ufficializzazione dell’inclusione del CBD naturale nel CosIng, ossia l’elenco degli ingredienti cosmetici ammessi all’utilizzo per i prodotti commercializzati nel territorio dell’Unione Europea. Prima di allora, al suo posto c’era il CBD a derivazione sintetica.
Un altro ambito sul quale le imprese stanno insistendo molto è l’inclusività. I cosmetici green, caratterizzati da materie prime di altissima qualità, sono sempre di più non solo per donne.
L’abbattimento delle distinzioni di genere è una sfida prima di tutto culturale, ma anche un modo per intercettare un mercato che vede nei clienti di sesso maschile interlocutori sempre più numerosi e soprattutto sempre più esigenti.
La capacità di far fronte alle crisi
Lo scoppio della crisi pandemica ha toccato anche il mondo della cosmetica in generale (indi anche il comparto green). Non avrebbe potuto essere altrimenti, ma il settore si sta rialzando dimostrando una resilienza inaspettata. Il motivo di tutto questo va ricercato nel fatto che, oggi come oggi, i cosmetici sono prodotti indispensabili. Aiutano a mantenere l’igiene della persona e, grazie a formulazioni profumate e piacevoli al tatto, sono una coccola anche dal punto di vista emotivo.
Per poter parlare di tutto questo è chiaramente necessario che sia viva l’innovazione a cui abbiamo fatto cenno nelle righe precedenti. Nell’elenco delle imprese che le aziende del settore stanno tentando di compiere senza dimenticare l’ambiente rientra lo sviluppo di prodotti cosmetici aventi lo scopo di aiutare a ripristinare il naturale microbioma della pelle, ossia l’equilibrio tra batteri buoni e batteri patogeni presenti sulla nostra epidermide.
Un doveroso cenno va dedicato infine al packaging. Senza l’attenzione alla sostenibilità di questi ultimi, non si va da nessuna parte. Lo sa bene la startup finlandese Sulapac, che ha brevettato un packaging che si decompone in tre settimane nel compost e che si scioglie nel mare senza inquinare.
Il risultato della nascita di questo materiale super sostenibile? L’acquisto di un ramo dell’azienda da parte di un colosso del beauty come Chanel, che utilizza il Sulapac per alcuni dei suoi profumi.