Sono in grado anche di avvisarci in anticipo
Uno studio condotto dall’università di Bergamo, insieme ad un gruppo di esperti, come il Dr. Rémy Bossu e il Dr. Istvàn Bondàr, ha dimostrato che le reti smartphone sono in grado di preallertare la popolazione in caso di forti terremoti. La novità arriva da una collaborazione tra diversi istituti scientifici di ricerca, specializzati in scienze della terra e nello studio dei terremoti. È solo l’inizio ma sembra promettere molto bene.
La realtà accademica, insieme all’European-Mediterranean Seismological Centre e l’ELKH Research Centre for Astronomy and Earth Sciences di Budapest, condotto lo studio hanno pubblicato i risultati in un articolo sulla rivista Seismological Research Letters. Dall’articolo si evince l’efficacia del rilevamento in tempo reale di terremoti tramite reti smartphone al fine di preallertare la popolazione esposta a forti e pericolosi scuotimenti del suolo.
Il loro progetto ne approfondisce un altro nato intorno al 2013 ad opera del professor Finazzi, il quale si mise ad analizzare i dati da Earthquake Network. Tali dati dimostrarono come i terremoti più forti individuati dalle reti smartphone hanno permesso di inviare alla popolazione una preallerta compresa tra 5 e 50 secondi rispetto all’arrivo della scossa sismica. Nonostante i secondi di preavviso siano pochi, permettono comunquer di mettersi in salvo entro un punto sicuro, evitando così le conseguenze di crolli o cadute.
Sismi smartphone: la sicurezza che salva la vita
Un esempio è il terremoto verificatosi in Albania nel novembre del 2019, con scosse di magnitudo 6,4. Fortunatamente nonostante la morte di 51 persone, i partecipanti al progetto Earthquake ricevettero un preavviso di 7 secondi che per molti risultò fondamentale. Nel mondo Earthquake Network è diffuso in tutte le zone considerate a rischio, soprattutto quelle in via di sviluppo e anche in Italia, dove ha rilevato il Terremoto che colpì il centro del nostro paese tra il 2016 e il 2017.
Una ricerca fondamentale che è stato possibile portare avanti e realizzare grazie al contributo e alla partecipazione dell’Università degli Studi di Bergamo ai progetti di innovazione e di ricerca Horizon 2020 TURNkey e RISE. Tutto ha goduto dei finanziamenti della commissione europea ed è stato così possibile coinvolgere anche altri tra i migliori atenei italiani e centri di ricerca. È dunque interesse comune fornire nuove soluzioni per mitigare il rischio sismico a livello europeo.
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