L’obiettivo è renderla inclusiva, responsabile e sostenibile
Durante il quarto incontro degli Stati Generali Mondo del Lavoro Italia, Marco Landi e Piero Poccianti discutono insieme a Marco Pratellesi sulle intelligenze artificiali. Continua quindi il percorso verso una rivoluzione digitale. Nonostante l’Italia non sia tra i primi paesi in Europa ad occuparsi di questo ambito, moltissimi progetti potrebbero dare vita a start up di successo. L’assenza di fondi destinati alle intelligenze artificiali però fa in modo che pochissimi vedano la luce.
Potremmo dare la colpa di tutto ciò anche al timore nei confronti di questo tipo di tecnologia. Tanti credono che dando campo a questi macchinari altamente performanti, in pochi anni il lavoro dell’uomo sarà completamente obsoleto. Le intelligenze artificiali però dovrebbero essere considerate solo come un aiuto per l’uomo, affinché lavori di meno e meglio. “Non bisogna avere paura dell’Intelligenza Artificiale ma della scarsa intelligenza naturale.” afferma Piero Poccianti, presidente Associazione Italiana per l’Intelligenza Artificiale.
Futuro Intelligenza Artificiale: un problema sociale di interesse comune
Quindi una grandissima responsabilità ricade sia su chi progetta le macchine che su chi educa e forma i giovani lavoratori. Lavoratori di cui c’è un disperato bisogno ma che sfortunatamente sembra impossibile formare qui nel nostro paese. Ecco perché gli Stati Generali hanno fatto un appello al Presidente del Consiglio Draghi, senza però aver ottenuto risposta. Il cambiamento sarà inevitabile, per questo si deve puntare sugli studenti e cercare di intercettare quali mestieri col tempo scompariranno del tutto in favore di altri. Questo viene dunque trattato come un problema sociale che spetta al Governo affrontare.
Ulteriore contro nell’adozione di dispositivi ad intelligenza artificiale in futuro è il loro impatto ambientale. Infatti sia i dispositivi che le loro batterie hanno una durata molto breve, non superano i 10 anni. “Stiamo affogando dentro i dispositivi” continua Poccianti. Tutte le emissioni di CO2 e la trasmissione di dati stanno contribuendo in maniera massiccia alla distruzione dell’ecosistema. I dati sono il petrolio del futuro ed è nostro compito fare in modo che non siano inquinanti come il combustibile. Per questo ad una trasformazione digitale deve per forza corrispondere una rivoluzione ecologica.
Per saperne di più sulle Tech News clicca qui