Insieme hanno sottoscritto un Memorandum per lo sviluppo della tecnologia magrail
L’innovazione tecnologia applicata ai trasporti apre ad un futuro attento alla sostenibilità e al miglioramento delle esperienze di viaggio. I risultati più evidenti si riscontrano nelle automotive, tuttavia RFI è al lavoro per sviluppare un sistema per treni a levitazione magnetica. L’obiettivo è ambizioso, per questo lo scorso 18 giugno c’è stata la sottoscrizione di un Memorandum of Understanding da parte della società del gruppo FS Italiane e Nevomo, società polacco-svizzera: il documento sarà uno strumento utile a verificare la fattibilità dell’operazione.
La tecnologia da sviluppare si chiama magrail e potrebbe rivoluzionare il sistema ferroviario italiano, senza tuttavia modificare le caratteristiche delle linee attuali. Vera Fiorani – AD e Direttrice Generale di RFI – e Przemyslaw Paczek, CEO di Nevomo, hanno siglato l’accordo per capire se effettivamente sia questa la strada da perseguire per ottenere un sistema di trasporto capace di raddoppiare la velocità dei treni, senza dover intervenire sulle linee ferroviare e di alta velocità presenti sul nostro territorio.
La tecnologia magrail dovrebbe sovrapporsi alla rete esistente
La collaborazione tra RFI e Nevomo nasce dalla comune attenzione al futuro, senza perdere di vista le sfide tecnologiche attuali. Pur continuando a lavorare per garantire efficienza e sicurezza delle attuali linee, RFI pensa a come connettere l’Italia, attraverso le frontiere dell’innovazione. Dal punto di vista tecnico il sistema magrail per i treni a levitazione magnetica consente – o meglio dovrebbe consentire – il passaggio di treni vecchi e nuovi sulla stessa linea. In questo modo si dovrebbe arrivare a treni con una velocità fino al 75% maggiore rispetto a quella attuale.
Per riuscire a sviluppare tale tecnologia saranno richiesti i finanziamenti necessari all’Unione Europea: i fondi saranno spesi nella realizzazione di un progetto pilota su un circuito di prova a Bologna San Donato. Dopo la fase di test si dovrà passare ai processi di certificazione e omologazione necessari per l’implementazione e la commercializzazione della nuova tecnologia. Se tutto ciò sarà realtà, l’Italia potrà godere di una mobilità più diffusa, integrata e attenta alla sostenibilità.
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F.C.