Il settore dell’automazione industriale, dopo la brusca frenata legata alla pandemia, presenta stime di ripresa importanti per il 2021
Meno 4.970 milioni di euro di produzione complessiva, un calo del 23.7% rispetto all’anno precedente ed export in forte contrazione. Sono questi i dati elaborati dal Centro Studi e Cultura di Impresa di Ucimu per ritrarre il 2020 di uno dei settori più all’avanguardia in Italia, quello dell’automazione industriale. Per l’intero comparto, che nel nostro Paese ricopre un ruolo centrale in quanto a innovazione, si prospetta però un 2021 completamente diverso e caratterizzato dal segno più.
Se infatti il calo di fatturato è stato pesante tanto sul mercato italiano quanto su quello estero, il nuovo anno promette una crescita nella produzione pari a quasi 6 mila milioni di euro, trainata soprattutto dal recupero delle esportazioni e dalla ripresa della domanda interna. Indispensabile per affinare i processi produttivi e di controllo, riducendo in modo significativo i tempi di esecuzione, l’outsourcing e quindi gli sprechi, il mondo dell’automazione è stato protagonista di un vero e proprio boom negli ultimi 20 anni.
L’automazione nel 2021: nel post-covid il settore presenta stime di ripresa
Il recente rapporto Excelsior pubblicato da Unioncamere e Anpal, inserisce il settore automazione industriale tra i campi più futuribili assieme all’intelligenza artificiale, prevedendo come da qui a due anni il fabbisogno occupazionale raggiungerà i 2 milioni e mezzo di posti disponibili in questi settori. Un’esplosione, questa, che ha coinvolto direttamente anche l’Italia e in particolare Cortemilia (Cuneo), dove nel 1986 è stata fondata Brovind Vibratori S.p.A., tra le prime aziende europee a specializzarsi nella progettazione e costruzione di impianti di alimentazione vibranti su basi elettromagnetiche.
“L’80% dei nostri macchinari viene utilizzato oltre confine, spiega Paola Veglio, Amministratore Delegato di Brovind Vibratori S.p.A., e la nostra presenza ben radicata all’estero, dove collaboriamo con grandi multinazionali, ci ha consentito di arginare gli effetti negativi del lockdown grazie a commesse provenienti dai due settori meno toccati dalla crisi: quello farmaceutico, con soluzioni dedicate all’assemblaggio di prodotti medicali, e il food per il quale realizziamo sistemi di trasporto vibranti a servizio del packaging e canali di dosaggio degli alimenti”.
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