Proporzioni, risoluzione, tecnologia flicker-less, refresh rate e molto altro
A causa della pandemia, il paradigma del digital workplace sta sostituendo quello della postazione fisica di lavoro. Secondo le stime di IDC, in Italia i mobile workers sono già 7 milioni, su un totale di 22 milioni di occupati, e tale numero è destinato a superare la soglia dei 10 milioni nel 2022. È un dato di fatto che, con l’avvento dello smart working, i lavoratori trascorrano sempre più ore davanti a un display. Anche coloro che prima non utilizzavano il personal computer per svolgere le proprie mansioni, oggi siedono di fronte a un monitor per circa otto ore al giorno.
Per svolgere al meglio e in sicurezza il proprio lavoro da remoto, è dunque indispensabile dotarsi degli strumenti corretti e soprattutto del giusto monitor. Tale dispositivo, infatti, è diventato l’elemento principale della postazione di lavoro. New Office Automation – realtà che offre servizi di consulenza per l’allestimento audiovisivo di uffici, sale riunioni e spazi polifunzionali – suggerisce come scegliere lo schermo più adatto alle proprie esigenze di lavoro. Ecco qualche consiglio.
Prima di tutto è necessario che il monitor per spazi come sale riunioni e spazi polifunzionali sia proporzionato alla dimensione della stanza in cui lo si posiziona e alla distanza di visione, al fine di avere una corretta visualizzazione e per non affaticare la vista. Riguardo le connessioni AV, sono suggerite due o più porte HDMI, l’uscita audio analogica e/o digitale, una porta USB 3.0 ed una presa RJ45 per i dati.
Digital workplace: consigli per scegliere il monitor più adatto
Nella scelta di un monitor da ufficio o da casa è importante valutare la dimensione generalmente tra i 21 e i 24 pollici oltre al tipo di risoluzione di almeno 1920 x 1080 pixel. Per lavori di grafica su immagini e video è invece consigliabile un monitor di almeno 27 pollici con risoluzione di 2560 x 1440 pixel. Bisogna anche considerare il numero e la tipologia di “porte” installate sul dispositivo. Idealmente lo schermo dovrebbe possedere almeno una porta HDMI, una porta DP (display port) e una DVI benché quest’ultima sia sempre meno utilizzata. L’uscita audio per le cuffie e una porta USB, meglio se di tipo 3.0, possono rendere ulteriormente versatile il monitor da e verso altre periferiche.
Spesso ci si chiede se sia meglio uno schermo opaco o uno lucido. Dipende dalle proprie necessità. Per gli smartworkers è consigliabile un display opaco, che offre un’immagine meno nitida, ma garantisce una protezione dai riflessi esterni. Se, invece, si preferiscono colori vividi, allora sarà ottimo uno schermo lucido. Per alleviare lo stress della vista si possono anche scegliere i monitor flicker-less in grado di eliminare lo sfarfallio della retroilluminazione tipica del LCD o quelli dotati di tecnologia BluLIghtShield che riducono l’emissione della dannosa luce blu.
Un fattore fondamentale da considerare è il refresh rate, cioè il lasso di tempo che il monitor impiega ad elaborare l’input inviato dal computer. Con i nuovi display, come quelli da 144 Hertz (Hz), il refresh sarà molto elevato e di conseguenza aumenterà la velocità e la vostra efficienza sul lavoro. Infine, lo schermo il monitor essere abbinato a un software di alto livello, al fine di ridurre il tearing, minimizzare il lag e migliorare la dinamicità dei colori.
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