Il progetto ha vinto i Lions Lifebility Award e continua a crescere
A breve si terrà l’edizione 2021 del Lions Lifebility Award e la redazione di InnovaMi.news vuole prepararvi all’appuntamento con una serie di interviste ai vincitori degli scorsi anni, nonché fautori di progetti innovativi capaci di rivoluzionare la quotidianità a più livelli. Oggi è il turno di Adiutor, un dispositivo nato per facilitare le operazioni di riabilitazione degli arti superiori e inferiori. Alla base del funzionamento della riabilitazione con Adiutor ci sono algoritmi di intelligenza artificiale capaci di tenere alto il livello di attenzione del paziente, che può essere assistito anche a distanza tramite un software di gestione e una piattaforma cloud sicura.
Com’è nata l’idea?
L’idea è nata per aiutare il prossimo, per aiutare le persone che hanno problemi con gli arti superiori e inferiori in seguito ad un ictus e fanno fatica a riprendere la mobilità. All’inizio del progetto siamo andati in clinica e abbiamo testato i macchinari che già esistono. I macchinari esistenti aiutato nei movimenti ciclici, sono programmati sono per la parte pratica. Quando i pazienti lavorano con i fisioterapisti, loro oltre a far lavorare il muscolo capiscono anche la parte umana, capiscono lo sforzo, la fatica. Il nostro progetto è quello di creare un robot che capisca la persona, quindi lo sforzo fisico, quanta forza ci mettete e la stanchezza. L’idea è stata quella di creare un robot che fosse in grado di capire lo sforzo e la condizione del paziente. Robot che non sostituisse il fisioterapista ma che fosse valido aiutante.

Foto: Pexels
La vittoria del concorso vi ha regalato un premio in denaro. Grazie a questo avete realizzato il progetto?
Già un primo prototipo esiste, ora stiamo lavorando sull’elettronica e sul software. La società esiste da circa un mese. Il nostro obiettivo è quello di creare un modello completo e funzionale.
Perché avete scelto di partecipare al concorso?
Sia per mettersi in gioco, sia a livello economico e infine per capire quanto il nostro progetto sia realmente utile. Avevamo bisogno di feedback per capire se la nostra idea fosse commercializzabile. L’idea è la prevenzione, quindi anche agli anziani e non solo ai malati. La vincita è stato un trampolino di lancio e il sogno è quello di far diventare il nostro progetto realtà.
Ai prossimi partecipanti cosa consigliate?
A chi vuole partecipare al concorso consiglio di crederci, credere nel proprio progetto e non fermarsi alla prima difficoltà. Viviamo in un’epoca in cui il mercato corre, possiamo restare a guardare o possiamo metterci in gioco.
F.C.