
La blockchain applicata alla produzione di latte: tutta la sua storia sul cellulare
Una applicazione interessante della tecnologia blockchain nel settore agro alimentare è stata sperimentata con successo in Valtellina. Più precisamente dalla Latteria Sociale Valtellina che, grazie ad un progetto realizzato collaborando con Regione Lombardia, ha consentito di sviluppare una applicazione di questo tipo su di uno dei prodotti più consumati e deperibili della catena alimentare: il latte fresco. Che nella fattispecie è pastorizzato, di alta qualità, prodotto in aziende in cui il benessere animale è certificato da un ente esterno, e che vanta il marchio ministeriale di Prodotto di Montagna.
Alberto Villa, da 35 anni in Latteria, responsabile della assicurazione qualità aziendale, ci racconta come è nato e cosa consente di fare il progetto realizzato e terminato a dicembre 2019 e che oggi compare sulle etichette del latte distribuito quotidianamente. “L’idea iniziale è in effetti stata molto semplice, spiega Villa, ai limiti della banalità: unire i dati che Regione Lombardia raccoglie, elabora e gestisce nell’ambito della sua attività istituzionale, relativi ad esempio ai servizi veterinari per i controlli di routine sulle stalle e sugli animali, compresa l’anagrafe zootecnica e la gestione dei farmaci, con quelli che vengono effettuati dall’autorità competente nel corso delle verifiche periodiche e dei controlli gestiti all’interno della struttura della latteria nel corso del processo produttivo. La tecnologia blockchain, ampiamente collaudata ed utilizzata fino ad ora sostanzialmente per la sicurezza di dati nelle contrattazioni economiche, consente di legare questi due flussi informativi in maniera incontrovertibile e a prova di manomissione se non a discapito della corruzione della certificazione del dato originale, quindi con la massima sicurezza”.

Alberto Villa
Grazie alla blockchain latte e derivati controllati per tutta la filiera produttiva
“Ai dati si accede attraverso un QR code stampato sull’etichetta del latte che una volta inquadrato ridireziona il dispositivo, cellulare o PC, su una pagina web della Regione Lombardia che permette di navigare all’interno dei dati relativi al lotto del latte fresco interessato”. In questo modo il consumatore più attento può risalire a tutta una serie di informazioni relative al litro di latte acquistato in latteria o al supermercato. Quali sono i dati di cui può disporre? Ecco qualche esempio: chi è l’allevatore che ha prodotto quel latte, in quale allevamento e la sua localizzazione, come si colloca l’azienda in tema di benessere animale attraverso l’adesione all’attività CReNBA monitorata dall’Istituto Zooprofilattico della Lombardia ed Emilia Romagna, come si colloca l’allevamento nell’ambito di Classyfarm, in relazione alle strutture aziendali e alle tecniche di gestione del bestiame ed ai controlli cui è stato sottoposto l’allevamento. Quando e come è stato lavorato e confezionato il prodotto acquistato.
In sintesi: tutta la filiera produttiva viene certificata attraverso i dati ufficiali presenti negli archivi regionali. La parte tecnologica è stata realizzata da Aria l’azienda specializzata di Regione Lombardia nella digitalizzazione. “Un rilevamento che ha coinvolto poco meno di 6.200 persone – cittadini e stakeholder effettuato nei punti vendita a seguito di questo progetto, ci dice ancora Alberto Villa, ha evidenziato l’accoglienza positiva da parte dei consumatori che grazie ad applicazioni di questo tipo hanno la percezione di avere un reale controllo sul prodotto che stanno acquistando e percepiscono l’attenzione alla qualità del prodotto aumentandone la visibilità”.
Nel mese di aprile dello scorso anno era prevista una azione promozionale per dare risalto divulgativo all’iniziativa ma le problematiche legate alla pandemia hanno avuto il sopravvento costringendo la Latteria a rimandare questo tipo di attività. Certo i risultati ed i consensi incoraggianti inducono a proseguire su questa strada studiando la possibilità di applicare la tecnologia blockchain anche su altri prodotti della Latteria. I costi, nella fase iniziale sono stati contenuti e legati per lo più all’attività di divulgazione e raccolta dati, grazie alla presenza istituzionale che ha messo a disposizione lo spazio web e le proprie competenze di livello informatico per lo sviluppo del sito e alla presenza di un date base strutturato all’interno della Latteria. Ma per il futuro tutto lascia supporre che questa forma innovativa di comunicazione con il consumatore finale possa risultare vincente contribuendo alla fidelizzazione del cliente finale ed a una maggiore competitività del prodotto in un mercato particolare come quello del latte fresco pastorizzato.
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Ildebrando Bonacini