Cambia tutto con la digitalizzazione su larga scala
Un’evoluzione attesa e in parte accelerata dalle conseguenze delle misure di contenimento della pandemia di Covid-19 che ha imposto lo sviluppo rapido alla digitalizzazione facilitato l’adozione su larga scala dei servizi digitali da parte di istituzioni, individui e aziende. Adesso sono proprio le corporate e le istituzioni finanziarie a voler integrare le tecnologie digitali nell’offerta ai loro clienti. Un’ibridazione, questa, inevitabile, infatti dopo 6 anni di crescita e raffinamento, anche alcune FinTech italiane hanno un patrimonio tecnologico difficilmente replicabile, una notevole mole di dati e sono pronte a raggiungere nuovi segmenti di mercato grazie alla flessibilità, rapidità e originalità dei propri processi commerciali e operativi.
L’evoluzione è stata resa possibile da una convergenza di eventi che hanno trasformato il mondo dei servizi finanziari, così come quando nel 2008 si creò la finanza alternativa. Allora le cause furono la crisi finanziaria, che ha generato la domanda di asset e operatori finanziari diversi e la diffusione della tecnologia cloud, che ha reso estremamente economico creare una start-up; e l’introduzione sul mercato di nuovi devices, a cominciare dagli smartphone.
Nel 2020 i fattori scatenanti l’evoluzione verso l’embedded finance, ossia la finanza integrata e incorporata nell’offerta di terze parti sono stati: la PSD2, la direttiva europea sui pagamenti digitali, l’introduzione della fatturazione elettronica obbligatoria e, infine, l’open banking, un modello bancario aperto a operatori esterni al sistema che vanno ad occupare segmenti della “catena del valore” dei servizi finanziari, sia nella produzione che nella distribuzione. Il Covid-19 ha sicuramente dato una spinta, ma al di là dell’emergenza, un ecosistema si stava già muovendo con l’obiettivo di garantire al cliente un’esperienza di qualità sulla strada dell’Embedded Finance.
Le caratteristiche che stanno alla base di questa evoluzione del FinTech sono essenzialmente tre: la pervasività qualunque azienda può incorporare servizi FinTech e ottenere profitti aggiuntivi, capitalizzando la fedeltà della propria base di clienti. L’ibridazione che prevede tre poli il brand, gli sviluppatori e i soggetti dotati di licenze per operare nel circuito dei pagamenti non riservati al sistema bancario. La terza è quella del marketplace in cui si concretizza il nuovo business model. Qualsiasi processo caratterizzato da uno scambio bilaterale può diventare un marketplace digitale.
L’embedded Finance ha mostrato la propria efficienza in un momento di crisi come quello post lockdown. Non solo le banche italiane hanno fatto fatica ad accogliere e processare da remoto le richieste dei prestiti garantiti dal Decreto Rilancio. Anche negli USA gli istituti di credito sono stati letteralmente travolti dal Paycheck Protection Program (PPP), nato per aiutare le imprese a fronteggiare l’emergenza. Il problema era proprio questo: la mancanza di tecnologie in grado di analizzare i dati velocemente e accuratamente.
In futuro il successo sarà dalla parte di quelle FinTech pronte ad offrire una soluzione chiavi in mano, dall’infrastruttura, ai processi, alle competenze, al risk management. Un modello aperto e basato sul concetto “plug and play” che può essere integrato immediatamente nella struttura preesistente ed è costruito su misura per il brand che lo richiede. I mesi successivi allo scoppio della pandemia mostrano una forte accelerazione anche in Italia. Sarà interessante verificare sul campo i vari sviluppi dell’Embedded Finance in uno dei mercati storicamente più bloccati intorno al monopolio del sistema bancario in cui tuttavia 3 mesi di lockdown hanno drasticamente incrementato la consapevolezza delle necessità del cliente.
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