La valorizzazione di farmaci e devices e è urgente per migliore la gestione del territorio
La pandemia ha dimostrato che essere tecnologicamente avanzati possa essere la chiave di volta per un sistema sanitario in grado di affrontare le sfide attuali e quelle del futuro. Una di queste sfide è la valorizzazione dei farmaci e dei devices, che ancora incontrano difficoltà per ottenere un valore coerente sull’intero percorso di cure e sull’organizzazione assistenziale. Secondo l’anali attuale sulla competenza digitale dei Paesi europei condotta dalla Commissione Europea l’Italia si colloca venticinquesima, su ventotto paesi presi in esame.
L’innovazione tecnologica in sanità non aspetta. Per questo Motore Sanità con il contributo di Bristol Myers Squibb e teva nella seconda puntata del webinar “Academy, il valore del farmaco e dei devices” gli addetti ai lavori si appellano alla valorizzazione in un’ottica di investimento piuttosto che di costo. Giuseppe Recchia, Vice Presidente della Fondazione Smith Kline di Verona è convinto che la trasformazione digitale è un aspetto di cultura e di organizzazione, non di tecnologia.
La nuova normativa che regolerà l’introduzione dei medical devices in Europa e che entrerà in vigore a maggio 2021, risponde alla domanda di valore da attribuire ai medical devices, perché fa maggiore chiarezza nei confronti di quelli tecnologicamente avanzati, quelli che fanno uso esclusivamente di software e non soltanto di dispositivi tradizionale, fino ad arrivare in parte alle terapie digitali. Questa inoltre richiederà un approccio ancora più sistematico e rigoroso rispetto alla vecchia direttiva, richiedendo una maggiore evidenza scientifica portata a supporto dell’impiego dell’utilizzo dei devices medici.
Innovazione sanitaria tecnologica
Il Covid ha dimostrato che nuove tecnologie all’avanguardia possono essere uno strumento di monitoraggio strategico per contenere la pandemia e per risollevare il territorio, che ancora fatica ad essere supportata dalle nuove tecnologie. Il valore dei farmaci in oncologia si misura in termini di sopravvivenza e qualità di vita dei pazienti. L‘immunoterapia, per esempio, ha determinato un 20-30% di lungo sopravviventi anche in patologie molto difficili in cui non c’erano queste aspettative di vita, come nei casi di tumore del polmone, melanoma.
Regione Lombardia ha predisposto Micro-bio, una rete che interconnette “machine-to-machine” tutti i Lis dei laboratori di analisi pubblici, oggi circa 25, e a cui questi inviano giornalmente gli esami di microbiologia svolti sugli assistiti in Lombardia sia in regime di ricovero sia in regime ambulatoriale. Claudio Zanon, Direttore Scientifico Osservatorio Motore Sanità ha affermato che: “La tecnologia deve avere una governance precisa, ma ricordiamoci sempre che formazione vuol dire competenza, ma la competenza non può essere la giustificazione per non continuare a fare formazione e la formazione non può essere la giustificazione per non cercare la migliore competenza”.
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