
La Società Oftalmologica Italiana ci ricorda l’importanza della cura della vista
Da oggi si sta svolgendo il congresso digitale della Società Oftalmologica Italiana (SOI) che sarà incentrato sulle novità soprattutto tecnologiche nelle terapie per curare malattie oculari. Questo tema è particolarmente delicato in periodo Covid poichè in una tale situazione di emergenza l’assistenza oculistica non è considerata d’urgenza. Infatti quando ci si trova davanti a una necessità simile i reparti di oftalmologia vengono convertiti per assistere malati Covid e la stessa cosa succede agli oculisti. Tuttavia è importante, anche in questi momenti, pensare alla propria vista.
I grandi problemi ben visibili in questo periodo sono due. Da una parte le persone che hanno bisogno di operazioni oculistiche o che soffrono di malattie croniche hanno bisogno di assistenza negli studi che, avendo meno personale, non riescono a far fronte alla richiesta. Dall’altra tutti coloro che necessiterebbero di controlli sono frenati dalla paura di contrarre il virus e non vogliono rischiare di entrare in reparti ospedalieri a rischio. In questi casi infatti è naturale che l’uomo anteponga la propria sopravvivenza a problemi “minori” ma altrettanto gravi, come appunto la perdita della vista. Obiettivo della SOI è evitare che le persone trascurino la propria salute, anche a livello preventivo.
Il dottor Piovella, presidente della SOI e specializzato in chirurgia oculare, afferma: “Anche dopo la riapertura degli studi, la ripresa sarà lentissima e probabilmente per mesi tutto funzionerà al 25%. Si tratta di un segno di sofferenza che, a causa delle code infinite, non permette di assistere tutti coloro che ne avrebbero bisogno. È fondamentale però rassicurare i pazienti: le cure fornite a livello oftalmologico avvengono in ambienti “protetti”, ovvero dove il virus non può entrare. Prima di ogni operazione infatti vengono svolti tamponi rapidi per far sì che il contagio rimanga circoscritto. In tal modo le persone sono meno preoccupate dal rischio di contrarre il Covid e più incentivate a farsi controllare a livello oculistico”.

Foto: Pixabay
SOI ed emergenza Covid: parla il dottor Piovella
Il Coronavirus ha apportato danni giganteschi in moltissimi campi: uno tra questi è proprio quello oftalmologico. Durante le ondate molti reparti oculistici sono stati chiusi e i medici utilizzati a sostegno delle sezioni Covid. Anche con la riapertura degli studi probabilmente la ripresa sarà fortemente rallentata. Per far fronte a una situazione disastrosa, spesso si sta facendo ricorso alla telemedicina che, secondo il dottor Piovella, “è utile per un orientamento generale, ma bisogna ricordarsi che la medicina si basa al 100% su interazione ed esami, elementi che rendono la telemedicina limitante, inferiore a livello di possibilità diagnostica“.
Altro grande problema su cui concentrarsi è la prevenzione. Le persone hanno paura di essere visitate periodicamente a causa del rischio di contrarre il virus. Non si tratta proprio di superficialità, ma più di un istinto che ci fa pensare che se riusciamo a vedere bene, allora non abbiamo bisogno di controlli oculistici, soprattutto in un momento così delicato. Non pensiamo che la patologia potrebbe essere silente. Inoltre a causa del prolungato uso del pc per smart working o didattica a distanza, si riduce di molto l’azione di apertura e chiusura delle palpebre, cosa che ha un impatto negativo sulla vista.
Quali sono dunque i consigli che il dottor Piovella si sente di fornire anche a coloro senza particolari problemi oculistici? Innanzitutto usare spesso un lubrificante e assicurarsi che la stanza in cui ci troviamo non sia troppo secca. Comportamenti del genere dovrebbero essere gradualmente introdotti dalla popolazione come abitudinari. È fondamentale compiere una sorta di “ginnastica” dell’occhio prendendoci dei momenti in cui rilasciare la tensione. Guardare il computer o un libro da vicino procura un affaticamento che deve essere intermediato da momenti di riposo in cui si distoglie lo sguardo.
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