I servizi digitali integrati approdano nel settore per far fronte alla pandemia
Da settimane ristoranti e bar di – quasi – tutta Italia hanno dovuto cambiare di nuovo il modo di lavorare e vendere i propri prodotti al pubblico: su tutti, servizi da asporto e delivery stanno diventando protagonisti anche nei piccoli centri. Per sostenere gli esercenti nella difficile ripartenza HealthyFood ha realizzato un insieme di servizi digitali integrati, pensati per i locali che intendono mantenere la presenza sul territorio, senza costi variabili e commissioni.
L’azienda food-tech – fondata dall’imprenditore Pietro Ruffoni – introduce così una serie di soluzioni innovative e tecnologiche facilmente accessibili. Si tratta dell’opportunità di siglare una partnership strategica con un potenziale risparmio mensile pari a 20 volte l’investimento per singolo ristoratore. I punti di forza del pacchetto sono: semplicità di utilizzo, digitalizzazione, sicurezza, accorciamento dei tempi, moltiplicazione delle ordinazioni, riduzione degli sprechi e, non ultima, la crescita di visibilità del locale sui social presso i clienti in target.
HealtyFood pacchetto di servizi Horeca: costi e modalità
La piattaforma è accessibile ad un costo fisso mensile inclusivo di tutto. Ad esempio per prenotazioni e ordinazioni non sono previste commissioni, né tempi d’attesa ed è possibile programmare il servizio in modo ottimale e senza sprechi. Inoltre si ha accesso diretto ad un bacino di oltre 120mila utenti registrati e profilati secondo gusti e intolleranze sull’app MyCia, con la possibilità di accrescerlo ulteriormente con campagne pubblicitarie e social ad hoc.
Il ristoratore avrà a disposizione una propria dashboard per gestire con estrema facilità il menù, le comande, nel giusto ordine di priorità, ridurre gli sprechi e godere di una pianificazione di attività di marketing mirata sulla propria insegna, attraverso i principali social, inclusa nel costo mensile. I vantaggi ci sono anche per i clienti: ognuno potrà eseguire ogni azione dal proprio smartphone: effettuare ordini visualizzando il menù in 60 lingue, scegliere dove consumare il proprio pasto – sul posto prenotando un tavolo oppure con modalità delivery o asporto – e saldare con un clic il conto, con pagamento digitale e sicuro.
Il fondatore Ruffoni spiega: “La seconda ondata di restrizioni rischia di mettere in ginocchio uno dei principali asset della nostra economia, penso soprattutto alle piccole città dove i servizi di asporto e delivery non sono ancora così diffusi e dove i grandi player non sono ancora arrivati. Attraverso il nostro pacchetto, che include anche attività di digital marketing, i ristoratori si rendono visibili, gli utenti possono visualizzare il loro menù, ordinare e scegliere l’asporto oppure la consegna a domicilio, pensiamo a tutto noi“.
Franca Cutilli
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