Greenpeace presenta una guida rivolta ai consumatori
Lo scorso luglio, Greenpeace aveva già segnalato la presenza di materie plastiche in forma solida, liquida, semi-solida o solubile all’interno di numerosi prodotti detersivi e detergenti di marchi famosi. Una volta utilizzato il composto, queste sostanze letali finiscono direttamente in mare eludendo tutti i filtri. Per evitare la distruzione dell’ecosistema, l’organizzazione mette oggi a disposizione una guida all’acquisto dei detergenti privi di materie plastiche. “Nelle prossime settimane (…) passeremo molto più tempo in casa che probabilmente impiegheremo per prendercene cura. Cerchiamo dunque di acquistare prodotti privi di ingredienti in plastica (…) per non aggravare la contaminazione globale” ha dichiarato Giuseppe Ungherese, responsabile campagna inquinamento di Greenpeace.
Sono due le versioni della guida, una stampabile e una digitale disponibile solo online. All’interno è presente un elenco degli ingredienti in plastica più utilizzati dalle aziende nei detergenti. Questo elenco può essere confrontato con la lista degli ingredienti di ciascun prodotto, disponibile sui siti web ufficiali dei marchi. Nella versione digitale, sono presenti i link alle pagine web dei marchi più noti, mentre all’interno della versione stampabile è presente un QR code, che rimanda alla versione online della guida. Così da facilitare la ricerca degli ingredienti dei prodotti sui siti delle aziende usando il proprio smartphone.
Greenpeace guida detergenti: dove finisce la plastica?
Queste sostanze, spiega l’associazione in una nota, “sono usate spesso come ingredienti in detersivi e saponi per il bucato, per le superfici e per le stoviglie e sono destinate a finire nell’ambiente“. E Ungherese aggiunge: “Questo perché, i filtri degli impianti di depurazione delle acque reflue non riescono a trattenere in modo efficace tutte le particelle solide presenti negli scarichi domestici. Anche le plastiche che vengono trattenute, siano esse in forma solida, liquida o semisolida, vengono spesso disperse nell’ambiente. Con i fanghi di depurazione sparsi nei campi come fertilizzanti per le produzioni agricole”.
Nei prossimi mesi, l’Europa valuterà la proposta dell’ECHA (Agenzia Europea per le Sostanze Chimiche) di vietare l’uso di microplastiche aggiunte intenzionalmente in numerosi prodotti di largo consumo. Da mesi Greenpeace, con la petizione “Fermiamo le Microplastiche”, chiede che la proposta sia più ambiziosa. E che vieti, inoltre, nel più breve tempo possibile, l’uso di particelle in plastica in ogni sua forma, usate come ingredienti in numerosi prodotti commerciali. La petizione di Greenpeace è stata sottoscritta finora da circa ottantamila persone.
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