Un chatbot per monitorare il nostro umore
Quante volte sarà capitato a tutti noi di sentirci sopraffatti dalla situazione Covid? Le nuove restrizioni stanno mettendo a dura prova la tenuta psichica delle persone e serve qualcuno che si occupi di aiutare i casi sempre più numerosi di stress e difficoltà. È ora in fase di studio un chatbot per monitorare il nostro umore e capire se chiedere aiuto. Abbandonare le proprie abitudini sociali a causa di un nuovo lockdown potrebbe essere nocivo per moltissimi: l’AI può offrirci un supporto psicologico, lo dice uno studio di Indigo.ai.
In momenti di calma, usiamo scambiare con amici e parenti frasi del tipo: “come ti senti oggi?”, “hai voglia di uscire?”. Tali domande mostrano l’interesse di una persona nei nostri confronti e ci fanno sentire considerati. Proviamo a immaginare se esse venissero da un chatbot, che si occupa di monitorare il nostro livello di stress. Ciò eviterebbe numerosi breakdown mentali. Secondo un questionario dell’Università dell’Aquila, su circa 18mila persone intervistate, il 37% degli intervistati ha presentato sintomi da stress post traumatico, il 21% stress generale, il 20% ansia severa, il 17% sintomi depressivi, il 7% insonnia. Ora che possiamo prevenire questi problemi, è giusto creare strumenti che ci aiutino, come l’AI.
Chatbot monitora umore: un amico automatico per aiutare le persone
L’obiettivo del chatbot è quindi capire come stiamo. Sarà programmato per interagire con noi come un amico, parlare del nostro umore, del mondo, dell’attualità o dei nostri interessi. La programmazione dovrà essere estremamente accurata e il suo utilizzo controllato per evitare di trovarsi di fronte a consigli inopportuni. Strumenti come questi infatti hanno un potenziale immenso in termini di raccolta dati e informazioni, da gestire nel modo corretto. Si tratta quindi di una sorta di “diario 2.0” che tiene traccia delle emozioni quotidianamente. Inoltre il chatbot con il consenso dell’utente potrebbe supportare una terapia medica, andando ad affiancarsi alle sedute di psicoterapia, o integrandosi con sistemi medico-digitali.
Addirittura questo chatbot avrà qualcosa in più: sarà in grado di interpretare il sentiment dietro alle parole che usiamo: conta quindi non solo ciò che diciamo, ma anche come. Insomma, siamo di fronte a un’applicazione dell’intelligenza artificiale a vantaggio delle persone. Secondo Indigo.ai, l’unica possibile in futuro. Per competere nell’era dell’automazione non si può essere guidati solo dalla tecnologia in sé. È necessario anche il contrario: pensare a sistemi, strutture, piattaforme e strumenti che utilizzino la tecnologia per essere davvero di supporto alle persone.
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