La GDO nel post-COVID investe nel digitale: non solo e-commerce
Il 2020 è un anno totalmente fuori dalla normalità, pieno di sfide e cambiamenti. Anche i retailer si sono dovuti ingegnare per soddisfare i propri clienti. Hanno stravolto in modo repentino strategie e misurazioni dei KPI e adeguato i punti vendita tra norme di sicurezza, nuovi orari e periodi di chiusura. In altre parole, anche le sfide del retail sono cambiate, puntando sulla digital transformation. Tiendeo.it, che si occupa di servizi drive-to-store per il settore retail, ha svolto un ruolo decisivo durante la transizione. Dati alla mano, ecco come si sono comportati i retailer in questi mesi, quali le best practices e cosa potenziare secondo le previsioni di Jaume Molins, il Country Manager di Tiendeo in Italia.
“Durante la crisi è stato possibile osservare le diverse fasi che hanno interessato la GDO: sovraffollamento, code infinite, limitazioni alla mobilità. In generale, i retailer sono stati in grado di comunicare tranquillità, sicurezza e vicinanza al consumatore. La stragrande maggioranza ha adattato la propria strategia di marketing, sia modificando il tipo di comunicazione o promozione, sia modificando il canale. Abbiamo assistito al ricorso frequente al canale digitale per poter adattare il messaggio in tempo reale, in un momento in cui l’incertezza e il cambio erano una costante” commenta Molins. Per affrontare questa crisi, una strategia univoca non può esistere, ma qualche consiglio non fa mai male: ecco i punti chiave proposti da Tiendeo.it.
COVID GDO: cosa propone Tiendeo.it
I volantini digitali soppiantano i cataloghi settimanali o bisettimanali, mantenendo invariata la copertura demografica. “Fin dal primo momento, Tiendeo si è messa a disposizione dei retailer per aiutare a comunicare meglio e in modo più efficace” spiega Jaume Molins. “Successivamente abbiamo creato nuove soluzioni per misurare i tempi di attesa per entrare in negozio, o per dare maggiore visibilità al canale e-commerce. Molti altri clienti dovevano aumentare la visibilità online delle loro promozioni a causa dell’impossibilità di distribuire volantini cartacei. Senza dubbio, il catalogo digitale è stato fondamentale in un momento come quello che abbiamo vissuto quest’anno”.
Il Country Manager di Tiendeo in Italia propone anche dei tagli negli investimenti con aumenti nel budget destinato al digital. Le difficili circostanze attuali ci inducono a riflettere sulle nuove abitudini d’acquisto: il canale online acquisisce sempre più importanza, sia in fase di pianificazione che nell’acquisto finale. Molins, infatti, nota che, da una parte, ci sono quei retailer che sono stati costretti a chiudere i loro negozi perché hanno ridotto maggiormente il loro investimento. Dall’altra, altre tipologie di retailer grocery che si sono adattate più rapidamente a questo scenario in continua evoluzione, sono quelle che hanno elaborato nuove strategie di comunicazione ed aumentato i loro investimenti nel digital.
La digital transformation è il presente
Durante la pandemia e lockdown, sono sorte nuove priorità e abitudini diversificate nei consumatori, più improntate alla spesa online. Le circostanze in cui stiamo vivendo impongono una rivoluzione anche per i retailer, i quali sono chiamati ad adattare alla dimensione online le proprie forme di comunicazione e vendita. Davanti a cambiamenti così grandi quanto necessari, è normale che il retailer provi un certo scetticismo nel cambiamento nella misurazione dei KPI. Molins suggerisce una strategia che riesca a combinare la nostra tecnologia e il nostro extended network insieme a Google e Facebook. Così che possano essere garantiti risultati paragonabili ai KPI precedenti.
La GDO ha davanti a sè grandi sfide: “In primo luogo troviamo un cliente che fa meno acquisti, ma con uno scontrino più alto, quindi è fondamentale far sì che ci scelga rispetto agli altri. La ‘guerra’ per il posizionamento e la comunicazione sarà online, di conseguenza la GDO ha bisogno di raggiungere l’eccellenza in campo digitale, sia con finalità e-commerce che per il drive-to-store. La mentalità omnicanale e ‘figital’ sarà un must. A lungo termine, la crisi del Covid e le nuove abitudini dei consumatori saranno la chiave per comprendere il ruolo delle grandi superfici create per il consumatore degli anni ’80 e ’90. Esse si stanno adattando per offrire un’esperienza più appropriata per il consumatore di oggi” conclude Molins.
Per altre informazioni riguardanti Smart Home, clicca qui