Selectra confronta le “Immuni” europee e il loro impatto sulla popolazione locale
Con l’impennata di casi Covid-19 in Europa, tra le misure per tenere la situazione sotto controllo hanno un ruolo speciale le app di contact tracking. Selectra ha analizzato quelle utilizzate dai principali paesi europei. Immuni in Italia, StopCovid in Francia, Radar COVID in Spagna, Corona-Warn-App in Germania, NHS COVID-19 nel Regno Unito, StayAway Covid in Portogallo, Stopp Corona in Austria, COVID Tracker in Irlanda. Nomi, sviluppatori, budget diversi, ma stesse funzionalità: consentono di tracciare contatti casuali con le persone successivamente risultate positive al COVID-19.
Tutte le app di contact tracking sono state promosse dalle autorità e lanciate su tutto il territorio nazionale. Sono gratuite e si basano sulla tecnologia Bluetooth per tracciare i contatti tra gli smartphone, che si scambiano segnali criptati senza condividere dati personali di chi li possiede. I dispositivi mobili comunicano scambiandosi codici e ricordano gli incontri, avvisando gli utenti in caso di contatto con una persona successivamente risultata positiva. I casi Covid-19 devono essere segnalati alle app dagli utenti stessi. Nonostante queste caratteristiche in comune, le applicazioni sono state accolte in una maniera molto diversa dagli abitanti del continente europeo.
App contact tracking in Europa: le ultime arrivate
Regno Unito e Belgio sono i nuovi arrivati. L’esordio inglese è sorprendente: dal 24 settembre, data di lancio di NHS Covid-19, in soli tre giorni è stata scaricata da 13 milioni di persone, quasi il 19% della popolazione. Disponibile in 10 lingue, ha innumerevoli funzioni in più rispetto a quelle di altri paesi. Consente per esempio di visualizzare il livello di rischio del contagio in una determinata zona, seguire l’evoluzione di un focolaio, prenotare un tampone gratuito, scaricare i risultati del test. Altro nuovo arrivo è la belga Coronalert, ancora più recente: lanciata il 30 settembre, ha dimostrato una dinamica di download molto solida e oltre il 5% dei belgi l’hanno installata nel giro di un paio di giorni.
In Spagna il lancio nazionale di RADAR COVID è avvenuto il 15 settembre e fino ad ora è stata scaricata dal 10% della popolazione. L’apprezzamento da parte degli utenti è però molto modesto, nonostante la grande novità introdotta dal governo: da fine settembre farà parte delle app incluse nell’impostazione predefinita dei sistemi operativi Apple e Android per il paese. Inoltre abbiamo la portoghese StayAway Covid, lanciata il primo settembre. L’ha già scaricata quasi un milione e mezzo di persone (12% della popolazione).
Tra entusiasmo e diffidenza
Germania e Irlanda costituiscono dei casi anomali: le app possono consentire su base volontaria di condividere alcuni dati personali quali sesso, età, città e persino il numero di cellulare e l’indirizzo IP. Questa caratteristica avrebbe suscitato in molti paesi grande diffidenza. Invece Corona-Warn-App e Covid Tracker detengono il primato a livello di penetrazione: la prima è stata scaricata dal 22% della popolazione, la seconda addirittura dal 26%. Entrambe lanciate a metà giugno, sono molto apprezzate dagli utenti.
Caso contrario è rappresentato da Austria e Francia, dove la diffidenza regna sovrana. Uscite molti mesi or sono, le app rimangono tra le meno scaricate in Europa. Soprattutto quella francese, StopCovid, è invisa a gran parte degli abitanti. Addirittura la stessa élite politica ne ha timore: Jean Castex, il primo ministro, ha ammesso di non possederla. Solo il 3,5% della popolazione ha cliccato il tasto “download”.
Infine arriviamo alla nostra Immuni. L’app funziona solo in Italia, non è in grado di comunicare con le altre di diversi paesi. Se si è in viaggio bisogna scaricare l’app locale, mentre per assicurare il corretto funzionamento di Immuni sul territorio italiano è comunque necessario controllare una serie di prerequisiti, dal sistema operativo aggiornato, al Bluetooth abilitato, corretta impostazione delle notifiche.
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