Sensing Technologies Lab in copertina sulla rivista internazionale Biosensors
Oggi più che mai sentiamo parlare di test sierologici. Oltre che necessari per contrastare la pandemia causata dal Coronavirus e contenere il contagio, questi test possono anche aprire inediti percorsi di innovazione nel controllo della sicurezza alimentare. Su questo si basa l’ultimo progetto dei ricerca del Sensing Technologies Lab pubblicato dalla rivista scientifica internazionale Biosensors. Il laboratorio della della Facoltà di Scienze e Tecnologie dell’Università di Bolzano è riuscito a sviluppare immunosensori per prevenire l’intossicazione alimentare.
I sensori sono ormai parte integrante della nostra vita, sono ovunque: negli smartphone e nelle automobili, negli impianti di produzione o nella gestione degli edifici. L’obiettivo dei ricercatori del Sensing Technologies Lab, è scoprire un utilizzo innovativo di queste tecnologie di ultima generazione e nuovi campi di applicazione. Gli immunosensori creati dal laboratorio rivestono di anticorpi gli elettrodi e consentono semplici controlli della contaminazione da istamina in alimenti contenenti proteine, come il pesce. Uno strumento efficace, preciso ed economico per evitare l’intossicazione alimentare.
Uno dei progetti attualmente in corso è citato in copertina nel più recente numero della rivista internazionale Biosensors. “Immunosensore elettrochimico flessibile estampato rivestito con nanotubi al carbonio trattati con plasma di ossigeno per il rilevamento dell’istamina” è il titolo dell’articolo scientifico pubblicato dall’ingegnere chimico Shkodra Bajramshahe. La dottoressa è parte del programma di dottorato internazionale in Food Engineering and Biotechnology (Scienze e Tecnologie alimentari e Biotecnologie, ndt.) e lavora alla Libera Università di Bolzano, nel Sensing Technologies Lab.
Insieme al team del laboratorio, la ricercatrice è riuscita a sviluppare un immunosensore che in futuro permetterà di testare la contaminazione da istamina – molecola responsabile dell’intossicazione alimentare da prodotti ittici – in modo semplice ed economico. “Le istamine si trovano soprattutto in alimenti ad alto contenuto proteico come il pesce e a concentrazioni elevate possono provocare intossicazioni alimentari”, spiega Shkodra Bajramshahe. “L’obiettivo del nostro progetto è sviluppare un metodo che possa essere utilizzato per rilevare rapidamente e facilmente l’eccessivo contenuto di istamina senza ricorrere ai test di laboratorio”, afferma la ricercatrice. La maggior parte dei test ad oggi si basa su analisi di laboratorio che prevedono, tra l’altro, anche l’uso di sostanze chimiche dannose per l’ambiente.
Questo nuovo approccio invece utilizza sensori stampati con inchiostro all’argento o cloruro d’argento e rivestiti di anticorpi istaminici. La reazione tra questi anticorpi e l’istamina viene convertita in un segnale elettrochimico. La ricerca non ha ancora prodotto sensori pronti per il mercato ma la comunità scientifica ha apprezzato la scoperta. “Per poter utilizzare effettivamente i sensori negli impianti di trasformazione alimentare, è necessario realizzare anche un sistema portabile che traduca i segnali in valori concreti di istamina”, aggiunge Bajramshahe. Una volta che questo sarà stato sviluppato, l’industria avrà a disposizione uno strumento a basso costo che potrà essere utilizzato da personale non specializzato per effettuare misurazioni di qualità direttamente sul prodotto alimentare.