L’osservatorio del PoliMi: “Internet of Things: l’innovazione parte da qui”
Nel 2019, il mercato italiano dell’Internet of Things ha raggiunto un valore di 6,2 miliardi di euro, con una crescita di 1,2 miliardi e del 24% rispetto all’anno precedente. L’Italia si trova quindi allineata alla crescita dei principali paesi occidentali (dove oscilla fra il +20% e il +25%). L’aumento è trainato sia dalle applicazioni più consolidate che sfruttano la “tradizionale” connettività cellulare sia da quelle che utilizzano altre tecnologie di comunicazione. Una forte spinta viene anche dalla componente dei servizi abilitati dagli oggetti connessi, che registra un +28% e raggiunge un valore di 2,3 miliardi di euro, segno di una crescente maturità del mercato. Questi sono i principali risultati della Ricerca dell’Osservatorio Internet of Things della School of Management del Politecnico di Milano.
Smart Metering e Smart Asset Management nelle utility sono il primo segmento del mercato IoT, con un valore di 1,7 miliardi di euro, pari al 27% del fatturato complessivo. Questo soprattutto grazie agli obblighi normativi, che hanno portato nel 2019 all’installazione di contatori smart gas e di smart meter elettrici. La maggiore crescita si registra nei segmenti Smart Home, in particolar modo grazie agli assistenti vocali, Smart Factory e Smart City. È evidente che i Comuni italiani stanno avviando progetti e iniziative con collaborazioni tra pubblico e privato sempre più innovative.
Giulio Salvadori, Direttore dell’Osservatorio Internet of Things afferma: “La crescita è trainata dalle nuove tecnologie di comunicazione e dai servizi abilitati dagli oggetti connessi, segno di un mercato che cresce in maturità oltre che in termini di fatturato”. Avanza anche l’evoluzione tecnologica con l’espansione delle reti di comunicazione LPWA (Low Power Wide Area) e la sperimentazione del 5G.
Anche Angela Tumino, Direttore dell’Osservatorio Internet of Things, spiega che sempre più aziende sono in grado di raccogliere grandi quantità di dati dagli oggetti connessi. “Si assiste a un vero e proprio processo di “servitizzazione” dei modelli di business tradizionali, che evolvono sempre più verso logiche di pay-per-use o pay-per-performance, aprendo opportunità di mercato che per essere colte richiedono un radicale cambio di passo da parte di tutti gli attori della filiera” afferma.
In questa fase di emergenza legata al Coronavirus alcune applicazioni Internet of Things svolgono un ruolo importante nel supportare cittadini e imprese. In particolar modo tutti quei servizi di teleassistenza tramite dispositivi hardware. Questi, per esempio, permettono di monitorare i parametri vitali dei pazienti da remoto. Oppure anche i veicoli a guida autonoma robotizzati possono effettuare consegne a domicilio senza rischiare il contagio, come avvenuto in Cina.