Audio 8D, la nuova frontiera musicale spopola durante il Coronavirus
Cosa sono gli audio 8d e qual è il trucco che sta dietro?
“Ascoltatelo solo con le cuffie!” – E’ questo il messaggio che accompagna un link nelle chat di WhatsApp che moltissimi di noi hanno ricevuto in questi giorni di quarantena da Coronavirus. Sono gli audio 8D, diventati hit del momento che promettono a chi li ascolta un’esperienza unica e affascinante. Un vero tormentone è soprattutto la canzone Hallelujah nella versione in 8D della band Pentatonix che ha dato inizio al diffondersi di questa particolare tecnica musicale.
Le canzoni 8D sono audio che portano chi le ascolta, ad una maggiore immersione. Gli effetti adottati provocano la sensazione che la musica provenga da direzioni diverse, è possibile sentire l’eco, capire la distanza del suono, in sostanza a chi ascolta un audio 8D sembra di essere nell’ambiente di chi produce il suono. In realtà questo è solo un trucco, perchè quella che viene effettivamente usata, è una tecnica per conferire al suono una circonferenza sferica. Gli artisti l’hanno definita a 8 dimensioni: il termine è più d’effetto che altro, non ci sono infatti 8 “livelli”, quanto piuttosto una musica a 360 gradi che crea appunto quell’effetto che sta facendo “impazzire” gli utenti.
Fondamentale per fruire le sensazioni della musica 8D è l’utilizzo delle cuffie. Qelle più sofisticate riprodurranno sicuramente un suono di qualità migliore con maggiori dettagli. In realtà, per cogliere l’effetto della musica 8D non è necessario dotarsi di nessuna cuffia particolarmente avanzata. E’ sufficiente infatti, qualsiasi auricolare abbinata al nostro smart-phone.
Sicuramente è curiosa la tempistica del boom di questi audio 8D, perchè si sono diffusi soltanto adesso? Sono almeno due anni che su YouTube si possono tranquillamente trovare numerosi brani in 8D; il canale 8D Tunes ad esempio, conta oltre sei milioni e mezzo di followers. È evidente che la scoperta sia legata al periodo di quarantena al quale siamo obbligati dal Codiv-19 e sono bastate un paio di condivisioni su WhatsApp per far diventare il fenomeno decisamente virale.
(Articolo a cura di Sergio Cerbone)