La quarantena da Coronavirus ha già avuto un impatto positivo, riusciremo a mantenerlo?
Come ha spiegato il Presidente del Consiglio durante il discorso serale dell’11 marzo, gli effetti della quarantena e di tutti i nostri sacrifici non saranno visibili fin da subito. Anzi, Conte afferma “l’effetto di questo nostro grande sforzo potremo vederlo solo tra poche settimane, un paio di settimane”. La notizia positiva è che la quarantena per Coronavirus ha avuto fin da subito un effetto indiretto positivo. Il blocco totale di intere città e Paesi sembra aver aiutato la lotta al cambiamento climatico.
L’isolamento attuato per contrastare l’espansione del COVID-19 ha favorito la riduzione delle emissioni che stanno surriscaldando il Pianeta. Scuole, università, bar, ristoranti e negozi sono chiusi, gli uffici incentivano lo smartworking e gli spostamenti sono ridotti al minimo assoluto. Chiudendo le attività e limitando il più possibile i viaggi in automobile e soprattutto in aereo, il consumo di combustibili fossili si è ridotto, diminuendo così la produzione di gas effetto serra. Basta osservare i dati provenienti dalla Cina: con il blocco totale della produzione e la quarantena degli abitanti, le emissioni di CO2 sono diminuite del 25%.
Spesso non ci pensiamo, ma anche il cambiamento climatico è un problema strettamente legato alla salute. L’Organizzazione Mondiale della Sanità stima più di 7 milioni di morti causate dall’inquinamento dell’aria, eppure il cambiamento climatico non sembra farci così paura. La quarantena non solo ridurrà la velocità del contagio del Coronavirus, ma avrà anche un grande impatto positivo sul Pianeta e, di conseguenza, sul benessere del genere umano. La riduzione delle emissioni dei gas effetto serra, conseguente all’isolamento per la pandemia in corso, sta lentamente “purificando” l’aria. Anche questo potrebbe salvare innumerevoli vite umane. È proprio in questo momento che il legame esistente tra benessere ecologico e umano diventa sempre più evidente.
Un’altra conseguenza immediata del blocco totale è, però, anche il crollo dell’economia. Le persone non possono andare in ufficio, la produzione si blocca e le compagnie aeree si trovano costrette a decimare i voli. La domanda che ci si pone ora è cosa faranno gli Stati dopo aver superato la crisi sanitaria. Certamente, come già annunciato in Cina, in tutti i Paesi colpiti dal virus gli sforzi per riavviare l’economia saranno grandi e immediati. Spesso questo significa aumentare esponenzialmente la produttività delle fabbriche, non curandosi minimamente delle conseguenze ambientali che ne derivano. Il rischio che corriamo è di cadere nelle solite vecchie abitudini, le quali, per quanto efficaci sulla ripresa economica, uccideranno il nostro Pianeta. Saremo capaci di ripartire rispettando l’ambiente? Saremo finalmente in grado di ridurre al minimo l’uso di combustibili fossili e ricominciare sfruttando al massimo le energie rinnovabili?