Tra rischi e opportunità, si accende il dibattito sui veicoli a guida autonoma.
Negli ultimi anni la questione delle automobili a guida autonoma sta acquisendo uno spazio sempre maggiore nel dibattito sulla mobilità urbana del futuro. A detta di molti esperti e urbanisti sarà proprio la diffusione dei veicoli autonomi a segnare il cambiamento. Nonostante ciò non mancano i detrattori: pur sostenendo la validità di tale innovazione, gli svantaggi e le problematiche per la circolazione che essi hanno evidenziato non possono essere trascurati.
Le innovazioni della guida autonoma, oltre che la mera tecnologia, riguardano soprattutto la sostenibilità. Da questo punto di vista è innegabile come questa sia il futuro della mobilità green. Efficienza ingegneristica e stile di guida autonomo sono certamente più efficaci e meno impattanti sull’ambiente rispetto ai consumi di un essere umano.
Per quanto riguarda la sicurezza, invece, sono molti i passi che dovranno essere compiuti prima di introdurre definitivamente la tecnologia della guida autonoma, come ha dimostrato l’incidente avvenuto in Texas nei mesi scorsi. Il sinistro ha prodotto un enorme impatto sull’industria, tanto che le visioni ambiziose che si erano diffuse fino a quel momento sono state presto sostituite da dichiarazioni caute circa le prospettive sul medio termine. Alcuni dei maggiori sostenitori dell’industria stanno iniziando ad ammettere che il futuro immaginato della tecnologia autonoma si basa su un livello di intelligenza artificiale che potrebbe richiedere decenni per svilupparsi.
I veicoli con guida autonoma renderanno il trasporto individualizzato, già in crescita, accessibile a tutti. Ciò determinerebbe un sovraffollamento dei centri urbani mai osservato prima e andrebbe ad aggiungersi ai servizi di sharing economy già presenti nelle città. Le strade congestionate necessiterebbero, allora, di maggiori opportunità per pedoni e ciclisti, tali da incentivare la progressiva riduzione di automobili e dell’impatto sull’ambiente.
Oltre a rendere i trasporti più efficienti, sia dal punto di vista ambientale che spaziale, una quota maggiore di trasporto attivo avrebbe enormi benefici per la salute: sul lungo periodo il risparmio sarebbe sensibilmente visibile.