Tre esperti ci parlano di una tecnologia potenzialmente rivoluzionaria
Pubblicata nel 2008 dal misterioso Satoshi Nakamoto come protocollo di Bitcoin, oggi la blockchain sta rivoluzionando il mondo, ma la conoscenza sul tema è ancora molto nebulosa. Per renderla più chiara Alessandro Basile, esperto legale in privacy e nuove tecnologie, che sull’argomento ha scritto un libro intitolato “Blockchain – La nuova rivoluzione industriale” per la casa editrice Flaccovio, ha organizzato un incontro per parlarne e lo ha fatto in uno spazio particolarmente adatto a questo tipo di eventi: quello di Flexworking, coworking community flessibile e open con un focus sui giovani professionisti, i business developer e le start up in cerca di location.
Insieme a lui Marco Crotta, sviluppatore e project manager blockchain, divulgatore blockchain tramite “Blockchain Cafè” e formatore tramite “Bcademy”, e Riccardo Spinelli, esperto nel settore HR, parte della start-up Wexplore e divulgatore delle applicazioni blockchain per le organizzazioni aziendali, hanno parlato di questa nuova tecnologia sotto diversi punti di vista. Che cosa può fare per le aziende? Che applicazioni ha? E dal punto di vista legale?
La palla passa subito a Marco Crotta, che ne parla da un punto di vista più tecnico: “Questa tecnologia sono certo che cambierà il mondo e lo sta già facendo, perché introduce un concetto che prima non era mai esistito, soprattutto in informatica: la possibilità di avere un dato che rimane sigillato, certificato, di cui si sa la paternità di cui si sa data e ora in cui è uscito e che rimane lì immutabile. Troppo bello per essere vero. All’inizio non ci credevo, adesso ne sono un grande sostenitore. E’ uno strumento talmente stabile e affidabile che ci si può basare sopra una moneta che funziona e che dà tantissime garanzie. Taglia via una marea di intermediari. Senza la blockchain non ci sarebbe bitcoin e viceversa. L’idea di origine è quella: creare un sistema trasparente, aperto, dis-intermediato che dia a tutti quanti la possibilità di essere padroni delle proprie informazioni.”
“Questa tecnologia può sostituirsi alle banche?” continua Crotta. “Non del tutto, però ci andiamo vicino. La criptovaluta va di moda. Anche Facebook ne ha creata una. Il paradigma è opposto. C’è un protocollo disegnato in una maniera molto particolare, sta al ricevente di controllare la validità delle informazioni ricevute. Non serve un ente centrale di controllo. Non c’è nessuno più importante degli altri, tutti hanno la possibilità di fare le loro verifiche. Se partecipi a questa realtà a te conviene comportarti bene con questa realtà perché ne trai vantaggi. Comportarsi male comporta costi allucinanti.”
E conclude, parlando delle applicazioni: “Questa tecnologia oltre che per la moneta può andare a impattare nell’ambito legale, per esempio per gli smart contract. Se io voglio regolare uno scambio con un’altra persona sottoposto a determinate regole scriviamo insieme lo smart contract, che è una sorta di codice che regola lo scambio. Non hai bisogno di fidarti di qualcuno, la blockchain è l’opposto della fiducia.”
Ad Alessandro Basile, dopo questa introduzione tecnica ed entusiastica, tocca riportarci alla realtà: “La Blockchain implementa un nuovo paradigma ma non sostituirà mai i metodi di adesso” afferma l’esperto. “Bisogna applicarla alla realtà attuale. Normare un qualcosa che riguarda la blockchain per uno stato vuol dire attrarre dei finanziamenti, dei fondi. La Svizzera è stata la prima, poi Malta, che ha fatto 3 normative diverse, poi San Marino. Purtroppo in Italia la normativa lascia un po’ a desiderare e non trova accordi con la politica. Però ci stiamo muovendo e ci sono delle realtà molto forti che stanno andando molto bene.”
Riccardo Spinelli, poi, ci offre un punto di vista nuovo, quello della blockchain in ambito di organizzazione aziendale e risorse umane: “Il tema di base secondo me è questo: il grande problema oggi della blockchain è che non ha riferimenti applicativi. Se io vi dico, ditemi un’applicazione della bc voi fate un po’ fatica. E’ un’idea bellissima che cambia i paradigmi organizzativi: l’impatto è deflagrante. Trasparente, dis-intermediato, decentralizzato: è un po’ destabilizzante, se pensiamo ai contenti e ai ruoli aziendali. In azienda le responsabilità sono centralizzate, si fa mediazione.”
Insomma, conclude Spinelli: “La prima sfida è proprio quella della cultura. Non è facile farlo accettare. La sfida è creare un sistema, da lì nasceranno le opportunità. La blockchain è nata in un contesto particolare, dopo la crisi, creata da ventenni informatici dissidenti disillusi. La blockchain ci sfida. Non ha professioni codificate. Se non viene adottata non vive e non si creano le professioni. E’ un circolo. Quello che mi piace cercare comunicare è che la fortuna del mercato dipende da noi. Anche oggi, qui, qualcuno potrebbe informarsi e creare qualcosa con la blockchain. Dove si mettono insieme professionisti, aziende, istituzioni mercato finanziario emanazioni della blockchain esplode questo tipo di mercato e si ha ancora più forza sul sistema. Quando una tecnologia non è più tecnologia, è un modo di esistere, tutto si adatta ad essa.”
Alessandro Basile, partner AB Innovation Consulting, è un consulente legale specializzato su argomenti legali ed economici relativi alle nuove tecnologie, fornisce consulenza legale a realtà imprenditoriali seguendone la crescita e lo sviluppo da realtà italiana a realtà internazionale. Il suo libro, Blockchain: la nuova rivoluzione industriale, uscirà a metà giugno per Dario Flaccovio Editore.
Insieme, Alessandro Basile e Innovami.news promuovono uno sportello di consulenza legale per assistere i professionisti in un panorama in costante cambiamento.