NiRoTech e industria 4.0: la prima linea di smart production per la re-industrializzazione dell’isola
C’è una componente italiana nel progetto di re-industrializzazione che vuole trasformare Hong Kong in un hub internazionale di innovazione. La prima linea industriale basata sulla smart production della regione amministrativa speciale cinese sarà infatti realizzata da NiRoTech, società di elettronica di cui è co-fondatore l’imprenditore italiano Roberto Leone.
Leone ha infatti stretto un accordo con un ente semi-governativo locale per costruire un impianto industriale ad altissimo grado di automazione, basato sull’integrazione tra robot, intelligenza artificiale, IoT e cloud. La nuova linea sarà pronta a ottobre 2019: per la prima volta dopo decenni Hong Kong tornerà ad avere un’industria manifatturiera. “E sarà un’industria 4.0” commenta Roberto Leone “automatizzata e interconnessa che rappresenta il futuro, e che per l’Asia è già il presente. La nuova linea realizzata da NiRoTech permetterà non solo di aumentare la capacità produttiva e ottimizzare i costi, ma soprattutto di ottenere prodotti finiti ad alta tecnologia e di qualità superiore”.
La linea “smart”, si sviluppa a L per 40 metri e impiega una decina di robot che operano in autotuning. Permette di raddoppiare la capacità produttiva rispetto a un impianto tradizionale e di sviluppare contemporaneamente sei modelli, invece di uno solo. Tutto questo con il lavoro di quattro o cinque persone, “quando lo stesso tipo di produzione in Cina ne richiederebbe 25” spiega sempre Leone.
NiRoTech comincerà in autunno a produrre sistemi elettronici per il controllo accessi destinati a clienti europei. Le schede SMD, saranno realizzate da NiRoTech in Vietnam; poi il prodotto semifinito sarà completato e testato a Hong Kong, dove avviene anche la gestione di logistica e spedizioni. L’ottimizzazione dei costi e il controllo totale sulla qualità sono permessi dal particolare modello di filiera che caratterizza NiRoTech.
La Cina infatti è avanti sulla strada dell’automazione: viene considerata la soluzione ai problemi di manodopera, sempre più costosa e sempre più scarsa. A Hong Kong negli anni, il manifatturiero è progressivamente scomparso, mentre i costi dei terreni e degli immobili sono aumentati tanto da rendere impensabile sviluppare siti industriali. Il governo però vuole invertire la tendenza e spingere un “Made in Hong Kong” basato su innovazione e tecnologia. “È un modello che a mio avviso è estremamente interessante anche per noi europei. Infatti, se l’esperienza con questa nuova linea a Hong Kong sarà positiva, non escludo che in futuro potremo replicarla in altri Paesi, Italia inclusa” conclude Leone.