L’azienda che ha deciso di dare un taglio alla produzione di carne… producendo carne
Con sede nella Silicon Valley in California, Impossible Foods è un’azienda relativamente nuova con una mission al limite dell’impossibile: produrre carne e prodotti caseari deliziosi e nutrienti totalmente plant-based e con un’impronta ambientale molto più bassa rispetto ai reali allevamenti di animali.
La società è stata fondata nel 2011 da Patrick O. Brown, M.D., Ph.D., Professore Emerito di Biochimica presso la Stanford University e da un ex investigatore dell’Istituto medico Howard Hughes. Gli investitori sono tanti e tra i più importanti: Khosla Ventures, Bill Gates, Google Ventures, Horizons Ventures, UBS, Viking Global Investors, Temasek, Sailing Capitale e Open Philanthropy Project.
Il brillante obiettivo di Impossible Foods è utilizzare la scienza e la tecnologia per creare cibo gustoso e nutriente, fornendo un aiuto concreto volto a ripristinare gli ecosistemi naturali, nutrendo in modo sostenibile una popolazione in crescita. L’azienda produce carne interamente da piante, con un’impronta ambientale limitata ma in grado di soddisfare la domanda crescente di nutrienti derivati da animali, mostrando che è possibile nutrire la popolazione riducendo l’enorme impatto ambientale che hanno gli allevamenti intensivi.
Poco dopo la sua fondazione nel 2011, gli scienziati di Impossible Foods hanno scoperto che una molecola, “eme”, un complesso chimico membro delleporfirine, contenente un atomo di ferro, ad essere il responsabile dell’esplosione di sapori che si ottiene quando la carne viene cotta.
Per questo, alcuni scienziati alimentare hanno ingegnerizzato geneticamente e fermentato il lievito per produrre una proteina emina naturalmente presente nelle piante, chiamata soia legemoglobina.
L’eme di Impossible Burger è identico all’eme che gli umani hanno consumato per centinaia di migliaia di anni in carne, mentre l’impossibile Burger offre tutto il gusto che un burger di manzo può offrire. Perciò quando i consumatori acquistano un Impossible Burger anziché un hamburger di carne di manzo, non solo non rinunciano al gusto, ma riducono il loro impatto ambientale (che include l’uso di terra e acqua dolce, gas a effetto serra, emissioni e inquinamento acquatico dal deflusso) poichè Impossible Burger richiede L’87% in meno di acqua e rilascia l’89% in meno di gas serra nell’atmosfera. L’impossible Burger risparmia anche il 96% in più di terreni e di habitat per la natura e la biodiversità e diminuisce per il 92% le contaminazioni idriche, la causa principale delle “zone morte” nei nostri oceani. (Rapporto Quantis)
Impossible Foods ha registrato un’enorme crescita dal lancio del pluripremiato e “Incredibilmente buono” Impossible Burger 2.0 nel gennaio 2019. L’impossibile Burger è ora venduto in più oltre 7.000 ristoranti negli Stati Uniti e in Asia. La crescita è arrivata da tutte le categorie di vendita in cui Impossible Foods opera -ristoranti, grandi catene di ristoranti come White Castle, Qdoba e Red Robin e punti vendita come parchi tematici, musei, stadi e campus universitari a livello nazionale.
Oltre a un numero crescente di punti vendita che vendono l’impossibile Burger, ci sono molti ristoranti che stanno espandendo il numero di articoli realizzati con la versatile carne a base di piante. Le vendite sono aumentate di più di tre volte in Asia negli ultimi due mesi.
Visto il successo dell’idea, Impossible Foods sta aumentando il numero di ore di funzionamento e di personale nell’impianto a Oakland, in California. L’impianto ora impiega circa 70 dipendenti a tempo pieno e sta assumento in continuazione ad Oakland per diverse posizioni all’interno dell’azienda. Inoltre, Impossible Foods prevede di installare entro Luglio una seconda linea di produzione che dovrebbe raddoppiare l’attuale capacità di produzione. L’azienda si aspetta che la seconda linea sia completamente operativa in autunno.