Revive Eco e Salone Satellite riutilizzano gli scarti per sostituire prodotti come l’olio di palma
I rifiuti del caffè, oggi, rappresentano uno dei principali rifiuti organici in tutto il mondo. Nella prospettiva di una green economy, non è tanto più importante trovare dei nuovi prodotti ma piuttosto trovare una nuova vita a quelli già esistenti, secondo i principi dell’economica circolare. Ed è qui che intervengono Zero Waste Scotland e Salone Satellite.
Il progetto di Salone Satellite, Re.Bean, mira a esplorare soluzioni progettuali innovative per riutilizzare i resti di ciò che serve per produrre il caffè, considerato materiale di scarto, e trasformarlo in un complemento di arredo biodegradabile, grazie a ricerche e sperimentazioni legate alla sua fisicità.
Il risultato di questa sperimentazione è un prodotto:
- Riciclabile e biodegradabile: il prodotto è realizzato con un prodotto ottenuto dal riciclo di sacchetti di caffè in grani e i rifiuti macinati del caffè con leganti naturali provenienti da rifiuti di origine animale;
- Riutilizzabile: il metodo di colata dello stampo viene utilizzato per ottimizzarne il riutilizzo durante il produzione;
- Ecologico: i rifiuti macinati del caffè vengono raccolti e lavorati localmente.
Manifesto di una soluzione di design creativo, Re.Bean è anche l’esempio concreto di come i designer possono (e dovrebbero) contribuire a far fronte ai problemi di spreco e durabilità dei prodotti. Inoltre, cerca anche di sensibilizzare il pubblico nei confronti delle problematiche ambientali dei rifiuti dell’industria del caffè.
L’obiettivo dei due imprenditori, Scott Kenned e Fergus Moore, co-fondatori della start-up Revive Eco, è quello di costruire un progetto sostenibile con il fine di sostituire l’olio di palma con gli scarti del caffè. I due hanno sviluppato un processo per estrarre e purificare gli oli contenuti nei rifiuti dei caffè, che a loro volta potrebbero essere utilizzati in prodotti farmaceutici e cosmetici, ma anche nel cibo, sostituendo totalmente l’olio di palma.
Spiegando l’idea alla base della sua azienda Revive Eco, il Sig. Moore ha dichiarato su Going Global: “Ci sono oli nel caffè con una vasta gamma di usi in diversi settori. Stiamo sviluppando un processo per estrarli e purificarli. Siamo partiti con la semplice ambizione di trovare un nuovo utilizzo e una nuova vita a ciò che prima era considerato un rifiuto. Avendo lavorato in bar e ristoranti per un certo numero di anni, siamo consapevoli del quantitativo di scarto di caffè inviato costantemente in discarica”.
Durante un’intervista in un programma della BBC Radio Good Morning Scotland, Moore ha dichiarato che tutti i membri della start-up stanno lavorando in modo tale che il processo sia “attivo e funzionante a Glasgow entro la prossima estate”.
Il problema dietro l’olio di palma non è la sua provenienza. L’olio di palma è infatti a base vegetale ma il processo di estrazione è distruttivo e impatta in modo negativo sia dal punto di vista etico che da quello ambientale. Grandissime aree della foresta pluviale vengono distrutte per installare delle piantagioni e diverse specie di animali subiscono una seria minaccia estinzione in conseguenza alla sua produzione: orangutan, tigri, rinoceronti ed elefanti.
Lo si può trovare, come ingrediente, all’interno del pane, biscotti, dolci, crips, margarina, formaggio vegetali, gelato, cibi istantanei e cioccolato. Può essere utilizzato per creare texture diverse, essendo abbastanza versatile: dunque dal punto di vista della produzione risulta difficile da evitare. È quindi altamente probabile trovarlo in alimenti trasformati e il suo consumo sta distruggendo l’ambiente e favorendo l’estinzione delle specie animali.
Tuttavia la produzione sostenibile dell’olio di palma non è così semplice e la sua estrazione è strettamente legata alla deforestazione in Africa, Asia, America, Indonesia e Malesia. Circa l’85% proviene dalle ultime due e la sua estrazione sta avendo un impatto devastante sui loro ecosistemi. L’olio di palma non è sostenibile, sotto nessun punto di vista. La sopravvivenza del pianeta dipende dalle nostre scelte, quindi scegliamo bene.