La sfida è promuovere l’uso di scienze biologiche come strumento nel monitoraggio e nella gestione di specie vegetali e animali per garantire la loro persistenza
“G-BiKE”, acronimo di Genomic Biodiversity Knowledge for Ecosystems Resilient, è promosso nell’ambito del programma COST (European Cooperation in Science and Tecnhology) all’interno di Horizon 2020, il programma che finanzia istituti di ricerca e aziende che hanno proposto progetti innovativi che portassero l’Unione europea verso la società della conoscenza.
G-BIKE assisterà scienziati e professionisti in tutta l’UE e in particolare nei Paesi target di inclusione COST per integrare le conoscenze genetiche ed evolutive nelle politiche di pianificazione della conservazione e per promuovere la gestione transfrontaliera e programmi di monitoraggio a lungo termine del potenziale evolutivo al fine di assicurare la persistenza popolazioni e specie e, infine, la fornitura continua di servizi ecosistemici basati sulla natura. Come il telaio di una bicicletta, il network intende unire due “ruote”: da un lato gli scienziati, che rispondono a questioni scientifiche usando strumenti come genomica (disciplina biologica che studia l’organizzazione e la struttura dei geni di un organismo nel contesto dell’intero genoma) e genetica; dall’altro lato professionisti e stakeholders. Lo scopo principale è quello di “pedalare” per stabilire il ruolo della genetica nella gestione dei sistemi naturali e nella loro capacità evolutiva e sviluppare strumenti standard per il monitoraggio, da implementare nelle politiche locali ed europee.
Nel primo incontro, svoltosi a marzo a Bruxelles, si sono riuniti più di 45 scienziati provenienti da 27 Paesi europei. In quell’occasione Cristiano Vernesi, ricercatore del Centro Ricerca Innovazione della Fondazione Edmund Mach, è stato eletto come Chair e rappresentante scientifico. La Fondazione Edmund Mach, attraverso il Centro Ricerca e Innovazione, si occupa di diversi progetti che prevedono l’uso della genetica per la conservazione della biodiversità. Tra gli altri il monitoraggio dei grandi carnivori, la ricostruzione dell’adattamento di piante selvatiche alla siccità e all’altitudine, lo studio delle dinamiche di popolazione del lupo attraverso l’analisi di Dna antico e l’analisi della biodiversità vegetale con estrazione di materiale biologico dai ghiacciai.
Sono stati pianificati corsi di formazione e laboratori in siti Natura 2000 ( il principale strumento della politica dell’Unione Europea per la conservazione della biodiversità. Si tratta di una rete ecologica diffusa su tutto il territorio dell’Unione, istituita per garantire il mantenimento a lungo termine degli habitat naturali e delle specie di flora e fauna minacciati o rari a livello comunitario) ed eventi scientifici di divulgazione, conferenze e webinars. I vari sotto-gruppi del progetto, guidati sia da scienziati sia da professionisti della conservazione, sono “Implementing genetic into management”, “Monitoring of genetic diversity”, “Genomics and ecosystem services”, “Biotechnological assessment and knowledge sharing”.