La Classe Z si colora di rosa: perché le donne stanno conquistando il mondo del lavoro, anche quello tech
Le giovanissime di oggi superano i loro coetanei smentendo i luoghi comuni sulle donne
“Teen’s Voice 4” (voce dei teen-agers), è l’ampia indagine condotta da Salone dello studente Campus Orienta e dall’Università La Sapienza di Roma su un campione di 1.270 studenti con età compresa dai 17 ai 22 anni di tutta Italia, incontrati durante le 13 tappe della manifestazione sull’orientamento universitario. Questa indagine ha dimostrato come cambiano i rapporti di forza tra i sessi, almeno tra i giovanissimi. Fra i cosiddetti Centennials o Generazione Z, i nati attorno al 2000. La capacità di leadership vede le ragazze più inclini a questa attitudine con il 45,2% contro 43,8% dei maschi. Il distacco non è molto ma, se si pensano a tutti i luoghi comuni del ‘900 che vedevano la donna come casalinga senza capacità di comando, si può affermare che, sul piano sociale, queste percentuali mostrano una vera e propria rivoluzione.
Ma questo cambiamento resterà tale anche nel futuro e in altre professioni? Risponde Pietro Lucisano, presidente del corso di laurea in Scienze dell’educazione e della formazione all’Università Roma I e autore della ricerca: “A cambiare non è solo il genere più incline a dirigere, ma anche la modalità di esercitare leadership: in futuro sarà sempre meno autoritaria e prescrittiva e sempre più empatica e accogliente”. Infatti, le ragazze superano nuovamente i maschi nell’impegno con il 46,2% contro il 40,1% e nell’empatia 51,4% contro 36,4% sempre a sfavore dei maschi. Però Lucisano continua dicendo: “A condizione che le ragazze siano aiutate a trovare fiducia in sé stesse: a fronte del 60% di maschi che si sente sicuro, infatti, vi sono soltanto 4 ragazze su 10 che dichiarano altrettanto”.
Il “cambio di leadership” non è l’unica novità della ricerca: dopo il sorpasso nella percentuale di laureati, ora le
ragazze appaiono meno deboli nei tratti negativi, come la discriminazione in base all’orientamento sessuale: un fattore che ora condiziona i maschi in misura quasi doppia (12% contro il 7%), delle ragazze. Ad accomunare i due generi resta la scarsa percezione delle discriminazioni sul Paese d’origine, sul colore della pelle e sulla classe di provenienza, tutti sotto il 10%. Per i giovanissimi di oggi, razzismo e differenze etniche e sociali vanno esaurendosi. Un mutamento di mentalità che fra gli adulti appare più lento.
Il pensiero dei giovanissimi verso il futuro mette in luce diverse preoccupazioni pero. Infatti molti ritengono che la Classe Z avrà un tenore economico inferiore ai propri genitori (23%), più difficoltà a trovare lavoro (60%), e che saranno destinati a vivere in un mondo più inquinato (77,3%) a maggior rischio guerre (72,4%), e in una società che li ignora (61,8%). A fronte di tanto pessimismo, tuttavia, sono pronti a scommettere soprattutto su una cosa: se stessi, infatti, il 73,9% si ritiene in grado di determinare il proprio futuro. Gli ambiti approfonditi dalla ricerca sono molti e i ricercatori li suddividono in 5 gruppi. Il primo gruppo riguarda le soft skills sulla percezione di se stessi, indaga 10 aspetti della loro personalità: impegno, apertura, leadership, problem solving, curiosità, autonomia, collaborazione, empatia, fiducia di sé, resilienza. Il secondo riguarda la scala del contesto di classe che indaga discriminazioni, coesione, insicurezze e riconoscimento. Il terzo gruppo si riferisce alla scala della visione della realtà il protagonismo dei giovani e la confidenza. Al quarto posto c’è la scala del futuro il miglioramento politico-sociale, il peggioramento socio-economico, la parità e la libertà religiosa, il benessere occupazionale e infine la giustizia e l’umanità. Per finire l’ultima scala indaga il condizionamento subito dalle cosiddette fake news.